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Tra le molte pubblicazioni che in questi anni hanno cercato di raccontare la tragedia palestinese, questo libro di Angela Lano si distingue per una qualitร  essenziale: non concede spazio ai malintesi, alle mezze misure, alle spiegazioni accomodanti che spesso finiscono per smarrire il nocciolo della questione. Non รจ un testo che si limita a denunciare gli ultimi massacri, nรฉ un esercizio di solidarietร  retorica. ร, piuttosto, un antidoto contro la grande incomprensione del fenomeno del Sionismo, incomprensione che puรฒ nascere anche in ambienti sinceramente sensibili al tema dei diritti dei palestinesi, ma che finiscono per ridurre la loro attenzione a un gesto episodico, a una bandiera contingente da sventolare nella moda politica del momento.
Ho avuto modo, nella mia stessa esperienza di analisi e scrittura, di osservare questo meccanismo. Quando ho raccolto in ๐๐ฐ๐ฏ๐ต๐ณ๐ฐ ๐ช๐ญ โ๐๐ช๐ฐ๐ฏ๐ช๐ด๐ฎ๐ฐ ๐ณ๐ฆ๐ข๐ญ๐ฆโ la cronaca del genocidio a Gaza e la sua collocazione dentro una cornice piรน ampia, ho visto come la solidarietร  verso il popolo palestinese potesse spesso ridursi a un riflesso emotivo, genuino ma fragile, pronto a spegnersi alla prima controffensiva propagandistica. ร in quel terreno che i sostenitori dellโordine coloniale riescono a colpire: chi non dispone di categorie chiare e profonde, chi si accontenta di slogan o di equidistanze apparentemente ragionevoli, viene facilmente disinnescato. Basta evocare il mantra della โsicurezzaโ, basta brandire lโaccusa infamante di โantisemitismoโ come clava, per ridurre al silenzio ogni voce critica.
Angela Lano, invece, compie unโoperazione radicale e necessaria: scava nelle radici storiche e teoriche del Sionismo, lo colloca nel paradigma del colonialismo di insediamento, mostra come la sua logica non sia contingente ma strutturale. Non si tratta di un conflitto tra due popoli che faticano a convivere: si tratta di un progetto coloniale che ha previsto, fin dallโinizio, la sostituzione etnica e la cancellazione del nativo. ร questa la veritร  che troppo spesso si elude, ed รจ questa la veritร  che rende questo libro un antidoto tanto prezioso.
Il riferimento allโ๐๐ญ๐ฐ๐ค๐ข๐ถ๐ด๐ต๐ฐ ๐ข๐ฎ๐ฆ๐ณ๐ช๐ค๐ข๐ฏ๐ฐ di David Stannard non รจ un semplice omaggio intellettuale: รจ la chiave di lettura che collega la Palestina ai genocidi che hanno accompagnato la conquista delle Americhe, le deportazioni dei Cherokee, le stragi di Wounded Knee, lo sterminio degli Herero e dei Nama in Namibia, fino ai massacri piรน recenti del Novecento. Patrick Wolfe ha spiegato come il colonialismo di insediamento operi attraverso una โlogica di eliminazioneโ: il colonizzatore non si accontenta di dominare, deve sostituire. In questo schema Gaza e Cisgiordania non sono eccezioni, bensรฌ tappe di una lunga catena.
Il valore del libro sta nel suo metodo: Lano non si limita a denunciare i crimini in corso, ma li connette a un tessuto storico e teorico che li rende comprensibili nella loro portata globale. Gaza non รจ descritta soltanto come un luogo assediato: รจ il โcapolinea dellโumanitร โ, lo specchio che ci rimanda lโimmagine della caduta morale e politica dellโOccidente. Il 7 ottobre 2023 diventa, in questa prospettiva, una cesura storica che non puรฒ essere ridotta alla cronaca di un evento militare, ma che rivela lโesplosione di decenni di oppressione.
Oggi non ci troviamo di fronte a un genocidio nascosto, ricostruito solo a posteriori dalle memorie e dai documenti. ร tutto sotto i nostri occhi, in diretta. Le immagini di Gaza bombardata, i corpi dei bambini estratti dalle macerie, le voci disperate dei sopravvissuti: tutto รจ giร  accessibile a chiunque abbia un telefono o una connessione. Le pagine che leggerete vi consentiranno di non lasciare che la cronaca si dissolva nel rumore mediatico, in modo da riconoscere il presente per quel che รจ: un genocidio in corso.
Nelle pagine dedicate alla Nakba, alla Naksa e alle varie operazioni israeliane, Lano mostra la continuitร  del progetto sionista, fase per fase: la distruzione di villaggi e cittร  palestinesi, i massacri, le espulsioni, le deportazioni di massa non sono incidenti, ma atti coerenti di un disegno di lungo periodo. ร qui che la sua analisi diventa davvero insostituibile: perchรฉ smonta la grande illusione che Israele possa essere letto con le categorie ordinarie della geopolitica o dei conflitti regionali. Israele รจ il paradigma stesso del colonialismo contemporaneo, lโultima avanguardia di un modello che lโOccidente ha applicato in tutti i continenti e che non ha mai davvero abbandonato.
Cโรจ un aspetto che rende questo libro particolarmente prezioso per il lettore che vuole andare oltre i โsmall talksโ, oltre le chiacchiere che non cambiano nulla: la capacitร  di Angela Lano di restituire la voce ai palestinesi come soggetti della storia. Non sono figure di contorno, non sono meri โprofughiโ da compiangere: sono i nativi che resistono, i โdannati della terraโ di cui parlava Frantz Fanon. In questo senso, la loro lotta diventa universale, perchรฉ interroga tutti noi sul senso della giustizia, sul diritto alla vita, sulla possibilitร  stessa di un futuro libero dal giogo coloniale. Queste connessioni non sono esercizi di stile: sono strumenti per rompere lโincantesimo delle narrazioni normalizzanti, per restituire alla tragedia palestinese la sua reale dimensione storica e universale.
Chi si accosta a questo libro troverร  non solo un quadro ricco di dati, fonti e testimonianze, ma soprattutto uno strumento critico per comprendere e per agire. ร un testo che forma, che arma di concetti e di conoscenza chi non vuole restare spettatore. ร anche un invito a riconsiderare la Palestina non come una โquestione regionaleโ, ma come il banco di prova dellโumanitร  intera: da che parte vogliamo stare, con chi difende la dignitร  dei popoli o con chi perpetua la barbarie coloniale?
Per queste ragioni Olocausto palestinese merita di essere letto e discusso. Non offre consolazioni, non addolcisce lโamarezza della realtร , ma fornisce le categorie indispensabili per non smarrirsi nel rumore di fondo. Chi lo leggerร , ne uscirร  con la certezza che non si tratta di un conflitto lontano, ma di una questione che ci riguarda tutti, perchรฉ tocca le radici stesse della civiltร  e della barbarie.
ร con questo spirito che saluto il lavoro di Angela Lano: con la gratitudine di chi riconosce unโopera coraggiosa e necessaria, e con la consapevolezza che la sua voce si inserisce in un coro che va rafforzato, non disperso. La mia stessa esperienza, maturata negli anni della militanza politica e della mia attivitร  parlamentare nelle commissioni finanze ed esteri, mi ha portato a confrontarmi direttamente con i nodi geopolitici e con la potenza delle narrazioni che li circondano. Ho visto quanto sia difficile far passare, nelle sedi istituzionali, una veritร  scomoda come quella palestinese. Ma proprio per questo, libri come questo sono indispensabili: perchรฉ danno forza e coerenza a chi, dentro e fuori le istituzioni, non accetta di piegarsi alla menzogna.
Siamo testimoni e siamo chiamati a essere parte attiva. Non possiamo piรน dire โnon sapevamoโ. Questo libro ci mette di fronte a ciรฒ che รจ, senza veli. ร un atto di veritร  che diventa anche un atto di resistenza.
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