Sconfiggere la Banda del Riarmo


Sono stati numerosi e coordinati gli attacchi ricevuti in questi giorni da molti di noi. Noi che vorremmo riportare buon senso, diplomazia, soluzioni politiche, accordi di pace slegati dal grumo di poteri a vocazione totalitaria che governa l’atlantismo odierno.
Quelli che vorrebbero dipingerci come servi di una potenza straniera stanno solo alzando oggi una cortina fumogena in attesa di più incisive azioni persecutorie, in uno dei casi più eclatanti mai visti di proiezione freudiana.
I pupari che animano i No Pax hanno infatti sfruttato per molti anni tanti canali di finanziamento praticamente illimitati con cui hanno mantenuto intere coorti di politici, capi di associazioni, giornalisti, influencer e vice-influencer in tutto l’Occidente. Quei canali spesso si sono intrecciati con transazioni cospicue legate al mantenimento di giornali e intermediari connessi alle mafie che hanno costruito nell’ultimo quindicennio il terrificante laboratorio che ha devastato l’Ucraina in attesa di devastare l’intero continente.
Fa bene Angelo d’Orsi a proporre un grande movimento intellettuale e popolare che resista alla censura, la denunci, la identifichi, la smascheri in tutte le sue connessioni eversive.
Occorre mettere a nudo tutto l’enorme apparato che il Partito del Riarmo vorrebbe lanciare a pieno regime per demolire le classi medie europee, per travolgere le ultime vestigia delle democrazie con l’avventurismo interventista e russofobo, che in definitiva assicurerebbe il suicidio dell’Europa in un quadro da fine di civiltà.

Metteremo bene in chiaro i nomi e cognomi di chi si presta – con pratiche maccartiste, con espedienti di polarizzazione e “framing” aggressivo, con forme barbare di calunnia – ad attentare alla libertà di milioni di persone che vogliono evitare la catastrofe.
Sarà necessario chiarire a molti personaggi lugubri o tragicamente inadeguati che oggi distribuiscono etichette infamanti che sono proprio loro a somigliare alla fauna disperata e livida di Salò alla vigilia di una disfatta.
Chi può sottovalutare le parole di uno dei vicini più guardinghi rispetto al disfacimento ucraino? Parlo del premier ungherese Viktor Orbán, che ha dichiarato su X: «L’illusione dorata dell’Ucraina sta crollando. È stata smascherata una rete mafiosa di guerra con innumerevoli legami con il presidente Zelensky. Il ministro dell’Energia si è già dimesso, il principale sospetto è fuggito dal Paese. È questo il caos in cui l’élite di Bruxelles vuole riversare il denaro dei contribuenti europei: ciò che non finisce sparato al fronte, va a finire nelle tasche della mafia bellica. Follia. Grazie, ma non ci stiamo. Non manderemo i soldi del popolo ungherese in Ucraina. Possono essere usati molto meglio in patria, solo questa settimana abbiamo raddoppiato gli assegni per i genitori affidatari e approvato la quattordicesima nella pensione. In ogni caso, dopo tutto questo, non cederemo certo alle richieste finanziarie e ai ricatti del presidente ucraino. È ora che Bruxelles capisca finalmente dove finisce davvero il loro denaro».
Il Consiglio Supremo di Difesa italiano ha scelto diversamente, puntando ancora a foraggiare la guerra: non è solo la nazionale di calcio a riflettere il declassamento drammatico dell’Italia.
Abbiamo la forza morale e il coraggio per riappropriarci del nostro destino, se ci incontriamo. La Pace è la prima infrastruttura che dobbiamo assicurarci.
Parlerò di questo e altro ancora a Oristano, sabato 22 novembre 2025 alle ore 18:00 (Aula Magna ex Istituto San Pio X – Via Cagliari, 181) nel Convegno–dibattito promosso da Liberanimos (dal titolo “È tempo di disobbedire”).

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