11/9 e demolizioni, una correzione

di Darcy Wearing e Richard Gage – ae911truth.org.
Traduzione per Megachip a cura di Tziu Treccole e Nardino Cappellacci.

Il sito ae911truth.org corregge un recente articolo, nel quale alcune immagini commentavano in modo impreciso un testo che ragionava su alcune ipotesi riguardanti la demolizione del World Trade Center. L’errata corrige offre lo spunto per ribadire le macroevidenze sospette dei crolli dell’11/9.

Abbiamo erroneamente identificato il dispositivo alla termite illustrato in questo articolo come una “carica da taglio.” Ma il dispositivo così come è descritto nel brevetto è una fonte di calore per l’accensione utilizzata soltanto per accendere cariche più grandi. Essa non ha di per sé la capacità di tagliare l’acciaio strutturale.
Vorremmo ricordare altresì che né gli autori né l’intervistato, Tom Sullivan, hanno inteso implicare che questo particolare dispositivo sia stato utilizzato nella distruzione del WTC. Non sappiamo esattamente che cosa sia stato utilizzato. Per questo motivo abbiamo bisogno di un’indagine approfondita.
La nostra intenzione era quella di notare che la tecnologia per involucri autoconsumanti di termite consolidata esisteva già nel 1984. Nel nostro DVD “9/11: Blueprint for Truth”, illustriamo il brevetto del 1999 per una carica da taglio basata sulla termite che è progettata in modo da eiettare rame o ferro allo stato fuso attraverso l’orifizio in “centinaia di millisecondi,” ed è capace di fendere un acciaio strutturale di maggiore spessore in modo più efficiente. Questa carica da taglio basata sulla termite presenta evidenti vantaggi rispetto a cariche da taglio più tradizionali altamente esplosive.
Dalla descrizione del brevetto:

“Uno svantaggio importante dei dispositivi con esplosivi a carica cava è che generano un rumore eccessivo e troppi detriti per effetto della detonazione. Questi detriti e il rumore possono comportare rischi per la salute e la sicurezza potenzialmente gravi per chi utilizza un ordigno da taglio che impieghi esplosivi convenzionali a carica cava. I dispositivi da taglio basati sulla termite che utilizzano una fiamma da taglio non producono praticamente alcuna vasta onda d’urto e generano relativamente poca pressione di più. I dispositivi da taglio basati sulla termite non presentano i medesimi rischi per la salute e la sicurezza che riguardano gli addetti che usano dispositivi da taglio a carica cava.”

Patentcutter
(il brevetto in pdf)

Dunque, ciò potrebbe fornire una spiegazione sul perché gli autori degli attentati usassero simili dispositivi – ammesso che siano stati utilizzati – in queste ingannevoli demolizioni controllate. (Non abbiamo abbastanza prove per concludere che essi siano stati utilizzati nelle Torri Gemelle – la cui pila di detriti è stata fotografata in modo bastevolmente esteso).
Tuttavia, nel caso del WTC 7, di cui non sono state fornite foto ravvicinate durante il processo di sgombero, abbiamo una documentazione molto interessante dal ”FEMA BPAT Report”, in “Appendix C”, insieme a foto e testimonianze su pozze di metallo fuso, che possono fornire tali prove. Gli autori descrivono ragguardevoli corrosioni ad alta temperatura, fusione intergranulare, rapida ossidazione, nonché l’evaporazione delle estremità di elementi strutturali in acciaio. Si ricordi che il WTC 7 non è stato l’evento esplosivo estremo rappresentato invece dalle Torri Gemelle. È stata un’implosione, durante la quale ci sono stati molti meno testimoni a descrivere di aver udito e percepito esplosioni. Così potrebbe essere più probabile una demolizione tradizionale ma con l’uso di cariche da taglio incendiarie alla termite, mentre le Torri Gemelle potrebbero essere state distrutte con materiali più esplosivi come il C4 e gli esplosivi compositi nano-termitici (che sono stati documentati in altri articoli).
Inoltre, non è escluso, dato il periodo di tempo di 16 anni trascorso tra il 1984 e il 2001, che queste due tecnologie possano essere state combinate per produrre una carica basata sulla termite il cui involucro sia fatto anche di termite consolidata. Questo aspetto deve essere ancora indagato.
Abbiamo usato il sistema Hi Ex come esempio nell’articolo in merito a un sistema di detonazione wireless che esisteva molto prima dell’11 settembre 2001 e che era capace di distanze di stand-off di 5 chilometri – eliminando il requisito delle “miglia di cavi di detonazione” dal dispositivo di azionamento. Non avevamo intenzione di implicare che questo fosse l’effettivo sistema usato dagli attentatori presso i grattacieli del WTC. Una vera indagine potrebbe svelare tali segreti.
Accanto alla scoperta della Nano-termite nella polvere del WTC, la questione sul fatto che tali dispositivi a base di termite siano stati o meno utilizzati è un problema a parte: semplicemente quello di una possibile tecnologia che possa spiegare le decine di osservazioni di ferro o acciaio fuso nel cumulo delle macerie.
Nel dibattito su cosa abbia abbattuto il World Trade Center, che fornisce il grande “problema-reazione” per il quale la Guerra al Terrorismo è la presunta “soluzione”, la nostra posizione è solida in merito a ogni punto importante. Ciò è sottolineato dall’attenzione rumorosa dei nostri critici nei confronti di piccoli errori come questo. I promotori della – e i credenti nella – cospirazione ufficiale asseverata dal governo hanno sempre ignorato o travisato le caratteristiche flagranti della distruzione delle tre torri del WTC. Tali caratteristiche – la velocità, la simmetria, l’accuratezza, la completezza – hanno sempre segnalato in modo inequivocabile una demolizione occulta con esplosivi quale causa di tale distruzione. I dettagli su come le demolizioni siano state realizzate sono ampiamente irrilevanti, in questo momento, tranne che per il fatto che al Qa‛ida non aveva chiaramente accesso alla possibilità di compiere alcuna delle loro varianti.
Chiediamo, ancora una volta, a tutti gli esseri di coscienza di valutare in modo imparziale le prove su entrambi i lati, al meglio di quanto sappiamo oggi, e di unirsi ai 10 mila firmatari della nostra petizione volta a richiedere una nuova indagine professionale aperta, dotata di atti di citazione, priva di conflitti di interesse, che segua il metodo scientifico e le prove ovunque portino, e lasciare che i gettoni del gioco cadano dove possono cadere.

Fonte: http://www.ae911truth.org/news/41-articles/317-correction-and-clarification-article-explosive-evidence-at-wtc-cited-by-former-cdi-employee.html.

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Confronta l’articolo del prof. Ashot Tamrazian:
Le teorie dei rischi e il crollo delle torri del WTC

6 Commenti

  1. Anonimo 19/07/2010 at 10:56

    Già tradotto? complimenti!

    Rispondi
  2. Pino Cabras 19/07/2010 at 12:29

    Anonimo ha detto…
    "Già tradotto? complimenti!"

    Eh, non è che la gente abbia tutto questo tempo per tradurre…

    Rispondi
  3. Anonimo 27/07/2010 at 7:08

    In compenso la gente ha tempo per sghignazzare di fronte all'ennesimo fallimento dei trutther
    hahaha

    Rispondi
  4. Pino Cabras 27/07/2010 at 7:30

    Anonimo scrive:
    "In compenso la gente ha tempo per sghignazzare di fronte all'ennesimo fallimento dei trutther".

    Beh, anonimo, già mi stava teneramente sui cabasisi l'insulso neologismo "truther", figuriamoci se lo scrivi anche sbagliato.

    Non riduco il pianeta a una insensata battaglia truther-restodelmondo. Vorrei che si facessero inchieste aperte all'esistenza del paradigma "strategia della tensione/terrorismo di stato" . Lo si sta facendo finalmente per l'attentato Borsellino (non solo mafia), occorre farlo per l'11/9 (non solo al-Qa'ida).

    Rispondi
  5. Anonimo 30/07/2010 at 10:29

    Oppure per distrarre dall'attentato Borsellino e dai mandanti mafiosi/parastatali, si spamma la rete con stronzate che distraggano l'opinione pubblica dai fatti nostrani.

    Sfortunatamente se in una città viene arrestato un ladro con prove, non tutti i cittadini di quel paese sono a loro volta ladri.
    I processi si fanno per fatti di cui si hanno prove e non per pregiudizio di fatto.
    Quanto Lei scrive è proprio questo, il pregiudizio che il risultato del processo sulla morte di Borsellino sia condizione per quello al'11/9

    Rispondi
  6. Pino Cabras 30/07/2010 at 11:13

    Anonimo scrive: "Quanto Lei scrive è proprio questo, il pregiudizio che il risultato del processo sulla morte di Borsellino sia condizione per quello al'11/9".

    Non sono per nulla d'accordo. Si attenga a quanto scrivo davvero, non polemizzi con quel che vorrebbe farmi scrivere.
    Ad ogni buon conto preciso meglio il mio riferimento al caso Borsellino. Per anni è stato presentato come un caso di "sola mafia" e importanti apparati dello Stato hanno addirittura lavorato attivamente per creare false piste che avvalorassero questa tesi. Una piccola minoranza sosteneva che gli sforzi e i mezzi per trovare le prove dovessero andare in una direzione che potesse toccare i santuari del potere e importanti rappresentanti dello Stato. Oggi scopriamo che la minoranza sbertucciata e irrisa aveva ragione da vendere.
    Pensi alle recenti dichiarazioni del procuratore Scarpinato: «Mi limito a un sommario inventario che induce a ritenere che i segreti del multiforme sistema criminale che pianificò e realizzò la strategia terroristico-mafiosa del 1992-93 siano a conoscenza, in tutto o in parte, di circa un centinaio di persone. E tutte, dalla prima all’ultima, continuano a custodirli dietro una cortina impenetrabile». Per arrivare a penetrare questi livelli di copertura oocrre uno sforzo logico-investigativo di vastissima portata.
    Il collegamento con le questioni dell'11 settembre non è causale (non vedo come) bensì di metodo. Ossia, certe prove le si può trovare solo se le si va a cercare. Se la Commissione d'inchiesta escludeva per principio l'ipotesi che al-Qa'ida fosse soltanto un segmento di un'operazione modulare in cui agivano invece altri soggetti – come ho motivo di ritenere per le ragioni che spiego nel mio libro, non per pregiudizio – certe prove non sarebbero mai state cercate, come infatti è accaduto.
    No è questione di pregiudizi, ma di ipotesi investigative. Sarebbero poi i processi, come in ogni processo, al termine, a vagliare ex post se una pista è giusta o non provata.

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