Edificio 7: il cibo precotto della versione ufficiale


Jerome Hauer e Rudolph Giuliani nel 1996

Articolo originale:
WTC 7 Emergency Head Was Building Collapse Specialist
di Paul Joseph Watson
«Prison Planet»
10 luglio 2008

Traduzione di Pino Cabras

L’ex capo della gestione delle emergenze di New York, Jerome Hauer, il cui ufficio era al ventitreesimo piano del WTC 7 (l’Edificio 7 del World Trade Center), era anche uno specialista in crolli di edifici, secondo un articolo del «New York Times» recentemente scoperto. Hauer ha attirato dei sospetti da parte del movimento per la verità sull’11/9 a causa dello zelo che usò nel sospingere la versione ufficiale già nelle ore successive all’attacco, quando i dettagli erano ancora lacunosi.

Hauer era inoltre il direttore amministrativo della Kroll Associates – la società che all’epoca forniva i servizi di sicurezza al complesso del WTC – e denunciava una conoscenza preventiva degli attacchi all’antrace una settimana prima che accadessero.
In un articolo del 27 luglio 1999 apparso sul «New York Times» riscoperto da 9/11 Blogger e intitolato Che cosa potrebbe andare male? È il suo lavoro sapere (What Could Go Wrong? It’s His Job to Know), Hauer riceve un incandescente peana a cura del giornalista Randy Kennedy.

«C’è una storia che lui racconta nella quale questo fascino è abbastanza letterale… ma un altro esempio, un po’ più metaforico, è difficile da fraintendere quando entri nel suo ufficio al ventitreesimo piano del WTC 7, altrimenti noto come “il bunker”, ossia il centro per le crisi di emergenza da 13 milioni di dollari a prova di proiettili, uragani e blackout, aperto dal comune il mese scorso».

L’articolo descrive l’Edificio 7 per quel che era, un oggetto stabile strutturalmente rafforzato, costruito per lo scopo manifesto di reggersi vigorosamente in una situazione di crisi, non la debole scatoletta di esche per fuoco che si presume sia diventato il primo edificio in acciaio nella storia a collassare a causa dei soli incendi, al dire dei debunker del calibro di BCC, History Channel, Popular Mechanics e altri.

In effetti, stando alla citazione da parte del «New York Times» di una dichiarazione di Larry Silverstein del 1989, i progettisti del WTC7 «costruirono con abbastanza ridondanza da consentire a intere porzioni di piani di essere rimosse senza danneggiare l’integrità strutturale dell’edificio», una solida struttura che venne ulteriormente migliorata dopo quell’anno con «più di 375 tonnellate di acciaio, che hanno richiesto oltre 19 km di saldature.»

L’articolo spiega il ruolo di Hauer: «nella veste di capo della gestione delle emergenze, Hauer sovrintende alla pronta reazione ai crolli di edifici, dei quali non c’è stata certo mancanza nel corso degli ultimi tre anni».

«Per buona parte della sua vita professionale, il compito di Jerome Hauer, 47 anni, è stato quello di sapere bene in che maniera le cose funzionano in un certo modo quando smettono di funzionare: quando cadono, quando implodono o esplodono, quando congelano o s’incendiano o si spengono; in tutti questi casi, lui sa cosa fare. Come ammettono tutti coloro che sono totalmente dedicati alle emergenze, non fa altro che pensare in ogni momento ai modi orribili in cui le cose si distruggono e la gente muore, sperando nel frattempo che tutti i suoi piani giacciano sugli scaffali».

È perciò stesso interessante che Hauer avesse il suo ufficio nel bel mezzo di un palazzo di 47 piani che poi crollò entro il proprio perimetro in non più di 7 secondi nel tardo pomeriggio dell’11/9, dopo essere stato colpito da poche macerie e aver subito danni da incendio limitati.

L’articolo enfatizza la numerosità dei tipi di emergenza su cui Hauer era esperto e potrebbe elencare nel suo curriculum: «incidenti di elicottero, incendi alla metropolitana, grandi perdite d’acqua sulle condutture, bufere, ondate di caldo, blackout, crolli di edifici, crolli di edifici, crolli di edifici».

Nei momenti immediatamente successivi agli attentati Hauer apparve sugli schermi di CBS News mentre con Dan Rather, a caldo, forgiava in quattro e quattr’otto delle spiegazioni sorprendentemente assertive in merito agli eventi, e concepiva un raccontino che presto sarebbe diventato la versione ufficiale.

Hauer risultava sospettosamente propenso a porre l’accento sul fatto che gli edifici non erano stati demoliti da esplosivi ma dagli aeroplani che li avevano colpiti, nonostante ciò fosse un completo rovesciamento di quanto avevano concluso a suo tempo i capi architetti e i progettisti del WTC durante gli studi in merito all’impatto di aerei sulle torri gemelle.

Hauer oltre a ciò puntò il dito direttamente su Bin Lāden allorché la sceneggiatura iniziava a svilupparsi.

«La mia idea è che – data la velocità dell’aereo e il fatto che questo fosse pieno di carburante al momento di colpire l’edificio poi incendiato – la velocità dell’aereo certamente abbia avuto un impatto sulla struttura stessa. E inoltre il fatto che si sia incendiato e si sia verificato un intenso calore probabilmente ha indebolito allo stesso modo la struttura. E io ritengo che sia stato questo: che semplicemente gli aeroplani hanno colpito il palazzo e causato il crollo», disse Hauer a Rather.
Rather inoltre chiese ad Hauer se gli attentati si sarebbero potuti eseguire senza la sponsorizzazione di uno Stato. Hauer replicò: «non son certo di poter concordare sul fatto che tutto ciò sia necessariamente sponsorizzato da uno Stato. Di sicuro reca le impronte digitali di qualcuno come Bin Lāden».

Hauer fu incredibilmente “accurato” nel prefigurare la versione ufficiale che sarebbe più tardi comparsa a confermare la totalità delle sue congetture iniziali, malgrado il caos che circondava gli attentati nelle ore immediatamente successive al loro verificarsi.

Al tempo dell’11/9, Hauer era direttore amministrativo della Kroll Associates, una società di servizi di sicurezza intrecciata con il complesso militare-industriale, che per coincidenza aveva anche in carico la sicurezza dell’intero complesso del World Trade Center in quel giorno fatale.
Come se non bastasse, fu proprio Hauer che, si dice, consigliò la Casa Bianca a iniziare ad assumere ciprofloxacina (nome commerciale: “Cipro”), un antibiotico efficace contro l’antrace, proprio il giorno 11 settembre e una settimana prima che fosse ricevuta la prima lettera all’antrace.

Due mesi dopo l’11/9, Hauer faceva parte di un gruppo di lavoro al Council on Foreign Relations che produsse un documento intitolato “Task Force indipendente sulla risposta dell’America al terrorismo”, che in parte chiamava a contrastare attivamente le spiegazioni alternative dei retroscena dell’11/9.

Il modo repentino e meticoloso con cui Hauer aveva tirato le somme sulle cause dei crolli dei palazzi che pure non avevano analoghi precedenti nella storia, associato alla sua “expertise” sulle caratteristiche delle demolizioni controllate, in aggiunta alla sua prefigurazione degli attentati all’antrace e la sua posizione all’interno della Kroll Associates, continuano legittimamente ad attrarre interesse fra i ricercatori del movimento per la verità sull’11/9.

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