di Miguel Martinez.
La tecnica per imporre il controllo sulla rete è sempre quella, usata anche in ambiti assai diversi.
Poi, di slittamento semantico in slittamento semantico, si arriva al vero obiettivo: i siti che portano aiuti concreti ai palestinesi o che denunciano i crimini commessi dallo Stato d’Israele. Così, per escogitare qualcosa per mettere al bando il sito Infopal, che si dedica esclusivamente a riportare notizie su ciò che avviene in Palestina, uno degli auditi, Stefano Gatti, dice che in quel sito “non c’è un utilizzo di stereotipi anti-ebraici classici, ma attraverso la demonizzazione dello stato ebraico, si trasforma Israele in una sorta di ebreo delle nazioni“.[1]
Siti citati per nome o – più tardi, in un retorico programma su Rainews che ha fatto seguito all’incontro – per immagini.
Detto in un’audizione parlamentare che mira a introdurre leggi repressive, significa mettere al bando tutta la nuova archeologia e storiografia, di origine quasi esclusivamente israeliana, che mette in dubbio i racconti biblici e la pura discendenza da Giacobbe degli attuali cittadini israeliani; nonché chi, come Shlomo Sand, afferma che il sionismo è un costrutto del tutto moderno, nato nel solco dei nazionalismi europei ottocenteschi.
Il principale audito dalla commissione era un certo Andre Oboler, arrivato per l’occasione dagli antipodi, che di mestiere fa il “chief executive officer di Zionism on the Web” e collabora con la commissione per le scuole della B’nai B’rith Anti-Defamation League. Una nota curiosa: Andre Oboler, pur essendo cittadino australiano, fu il delegato del Ministero degli Affari Esteri israeliani per il Regno Unito al Young Jewish Diplomatic Leadership Seminar. [4]
Se digitate Oboler e JIDF su Google (4.240 risultati), troverete che Andre Oboler collabora in maniera molto intensa con un’organizzazione chiamata Jewish Internet Defense Force o JIDF. La JIDF, sul proprio sito, dice di fornire “cutting edge pro-Israel advocacy” e si occupa di monitorare con ogni mezzo Wikipedia, Facebook e Youtube.
Alan D. Abbey, fondatore dell’importante agenzia israeliana Ynetnews ha pubblicato, per conto dello Shalom Hartman institute (un’associazione parareligiosa e di destra, con sede a Gerusalemme) un’interessante intervista con un dirigente della JIDF.
Dall’intervista, apprendiamo che il nome JIDF ricalca volutamente quello delle “Forze israeliane di difesa” (IDF in inglese). Ma anche:
“Quali sono gli obiettivi a breve e lungo termine della JIDF?”
“Uno dei nostri obiettivi a breve termine è quello di smascherare Barack Obama [allora ancora candidato alla presidenza degli Stati Uniti] e impedirgli di vincere le elezioni presidenziali. A lungo termine, speriamo di smascherare e combattere l’antisemitismo e le tendenze filojihadiste in rete, tra cui – ma non solo – la vasta serie di questioni che ci sono su Facebook, Google/Youtube, Google- Earth eWikipedia.”
“Cosa volete fare per smascherare Barack Obama?”“Vogliamo continuare a tenere sotto i riflettori le questioni che riguardano i suoi legami con il terrorismo e la sua chiesa razzista e antisemita che ha sostenuto Hamas e il Reverendo Louis Farrakhan.”“Qual è la posizione della JIDF sulla “Questione palestinese” riguardante le dispute su terre occupate?”“I palestinesi dovrebbero essere trasferiti fuori dai territori israeliani
[“Palestinians should be transferred out of Israeli territories”]. Possono vivere in uno qualunque dei tanti altri stati arabi. Siamo contro ogni concessione di terre ai nostri nemici. Siamo contro il rilascio dei prigionieri terroristi dalle carceri israeliane. Siamo contrari ad armare e finanziare i nostri nemici e a negoziare con loro. Siamo per la morale, l’etica e il buon senso e crediamo che Israele dovrebbe agire davvero come una “luce per le nazioni” perché il mondo sia al sicuro e sentiamo che Israele è davvero in prima linea nella guerra che l’Islam ci ha dichiarato.“
A partire da Stefano Gatti, la cui organizzazione, il CDEC, ha appena ricevuto un finanziamento statale di 300 mila euro grazie all’interessamento di un deputato di destra, Alessandro Ruben.
Gli intervenuti di sinistra – indistinguibili comunque da quelli di destra per tono – erano probabilmente presenti per cooptazione politica:
– Francesco Tempestini, ex-socialista passato poi a lavorare con Piero Fassino, uno dei promotori della “fiaccolata per il diritto di Israele a esistere” organizzata da Giuliano Ferrara;
– Paolo Corsini, ex-sindaco di Brescia.
Pierangelo Ferrari parlava di “pericolosità estrema“, invocava “accordi su scala internazionale tra stati” e accennava confusamente al Venezuela di Hugo Chávez come possibile sede di siti malvagi difficili da chiudere.
Renato Farina citava felice la sentenza di condanna contro Google del tribunale di Milano, unicamente per contenuti ospitati all’insaputa della società. Occorre colpire i “grandi motori di ricerca“, incitava l’Agente Betulla, dicendo che è ora di finirla con il concetto di “libertà indifferenziata“.
Gatti rincara la dose, attaccando chi sostiene che la maggior parte degli ebrei ashkenaziti sarebbero discendenti dei convertiti khazari e non degli antichi abitanti della Terra Santa.[7]
Bisogna dire che per totale ignoranza in questa e molte altre materie, nessuno degli altri auditi ha ripreso il tema del Negazionismo Archeologico; ma crediamo che se ne riparlerà presto.
Chiunque non legga alla lettera il cosiddetto Antico Testamento è avvisato.
Nota
“Le nuove forme di antisemitismo, infatti, spesso non sono antisemite nel loro intento bensì nei loro effetti. Si pensi ad esempio alla negazione del diritto dello Stato di Israele all’autodeterminazione: l’intento in sé non è antisemita, ma gli effetti lo sono senz’altro, se si pensa alle tensioni in Medio Oriente.”
Ma la stessa Fiamma Nirenstein fa fatica a distinguere esseri umani e stati mediorientali, come ha dimostrato in una surreale audizione parlamentare intitolata Indagine conoscitiva sull’antisemitismo (27 gennaio 2010, collegata all’intervento di Eli Wiesel in parlamento), dove commenta così il banale fatto che dopo la strage israeliana a Gaza, ci sono state molte manifestazioni di protesta nel mondo:
“Si tratta di episodi pesantissimi, che in gran parte riguardano l’esistenza stessa dello Stato di Israele, inteso come ebreo collettivo“.
[4] Un incontro annuale dedicato tra l’altro a cercare soluzione alla “questione demografica“: i 750.000 cittadini israeliani che vivono saggiamente all’estero e la pericolosa tendenza delle donne arabe di fare figli.
[5] Enrico Pianetta ha fatto da padrino nel PDL per Destra Libertaria, un pittoresco gruppo di dissidenti della Destra di Storace, diretto da Luciano Buonocore, il padre dell’infausta “Maggioranza silenziosa” del 1969. I collezionisti del genere possono godersi l’Inno di Destra Libertaria “O aquila bicipite, del mondo tu sei il cuor”, che fa rima con Buonocor.
[7] Il parlamento italiano viene così investito di una questione assai controversa e che ovviamente è del tutto irrilevante per chiunque non creda che il sangue segni il nostro destino. Ma evidentemente è un serio problema per certi sionisti.
Fonte: http://kelebek.splinder.com/post/22757503/fiamma-nirenstein-e-la-censura-planetaria.