Gli attentati: prove di guerra per la crisi mondiale

di Piotr (Пётр) – da Megachip.

 

1. È necessario affiancare l’attentato a Damasco – che ha provocato la morte del Ministro della Difesa e altri maggiorenti – con quello immediatamente seguente in Bulgaria, in cui sono stati uccisi sei turisti israeliani. E soprattutto occorre affiancare le dichiarazioni di Hillary Clinton che hanno preceduto l’escalation in Siria e quelle di Benjamin Netanyahu
che hanno seguito l’attentato bulgaro. La guerrafondaia del Partito
Democratico, che ci fa quasi rimpiangere il “falco” repubblicano
Kissinger – cinico, amorale ma per lo meno legato a un’idea di Realpolitik -, aveva preannunciato “attacchi devastanti” in Siria. Dato che li organizza lei, sapeva benissimo di cosa stava parlando.
Dal canto suo il premier israeliano ha immediatamente incolpato l’Iran dell’attentato in Bulgaria. Ovviamente anche lui deve sapere molte cose di questa strage dato che non ha aspettato nemmeno un giorno di indagini
per dire come il mondo deve interpretare questo attentato. Invece
l’interpretazione da dare è molto diversa e abbastanza chiara: la Siria sembra ormai sufficientemente destabilizzata per riprendere il confronto con Teheran.
Nell’ambito di quale strategia?
2. Il fronte su cui agisce l’imperialismo statunitense è triplice:
a) L‘Europa che deve essere riportata senza discussioni e fronde nell’alveo finanziario, economico, politico e militare della Nato, passando attraverso una de-tedeschizzazione
della UE. Un’operazione basata sugli attacchi speculativi ai Paesi più
deboli politicamente ed economicamente della compagine europea che hanno
dato vita ad un club dove Obama dirige, preferibilmente fuori scena ma
non sempre, e il cui gruppo di testa è formato da Cameron, Hollande e Monti.
b) Il Grande Medio Oriente, che deve essere inglobato in un impero formale,
ovvero in una gerarchia di Stati a guida statunitense, col fine di
controllare i flussi di combustibili fossili e i flussi finanziari che
ruotano attorno ad essi, oltre che di installare dei fortini con cui
circondare il centro del continente eurasiatico (grosso modo dai Balcani
fino allo Xinjiang cinese, un’area in cui è molto forte l’influenza
della Turchia che così riacquista un ruolo strategico nella Nato,
appannato dopo la caduta del Muro di Berlino).
c) Il fronte dei BRICS e in particolare il contenimento
dei tre giganti Cina, Russia e India (quest’ultima abbastanza allineata
all’Occidente, ma pur sempre una enorme potenza per giunta atomica, da
tenere sotto costante controllo).
3. Il duplice attentato in Siria e Bulgaria sembra dunque un forcing per spostare gli equilibri a sfavore dell’asse russo-cinese
e in particolar modo della Russia (la Siria ne è alleata e la Bulgaria
si affaccia sul “suo” Mar Nero). La fosca profezia dei militari russi,
cioè essere costretti ad assistere impotenti entro il 2013 ad una guerra atomica ai propri confini (Iran), potrebbe così avverarsi.
Sarebbe l’inizio del secondo atto della III Guerra Mondiale, iniziata l’11 settembre del 2001.
In Europa e in particolar modo in Italia, il movimento pacifista o langue o è passato armi e bagagli (è il caso di dirlo) dalla parte degli aggressori. E così continuerà ad essere finché non si riusciranno a chiarire i collegamenti tra la crisi economico-finanziaria in corso e la parallela crisi militare. Sono questi connubi che fanno dell’attuale crisi una crisi sistemica e non una semplice crisi ciclica.

Se
non lo si capisce si finirà volenti o nolenti per essere alla mercé
della politica di questo o quel sovrano, dell’imperatore o del vassallo
riottoso, totalmente incapaci di produrre persino una semplice strategia
di sopravvivenza e resistenza.

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