Il danno del green pass


Mentre i cittadini di mezzo mondo vengono liberati dalle restrizioni, i sudditi del Draghistan sono gravati ogni settimana di nuovi ricatti.
Il governo Draghi ha ingabbiato, unico al mondo, un’intera Repubblica nata libera, trasformandola in un sistema che ha trasformato ogni casa in una dogana, ogni ufficio in una frontiera, ogni scuola in un check point, ogni aula in un confine, ogni piazza in una succursale della questura, ogni mensa in una segregazione.
Draghi e gli altri suoi profeti della paura hanno giustificato la limitazione più vasta e senza precedenti in tutto l’Occidente delle libertà personali, del lavoro, della scuola, dell’università, del viaggio.
Nessun altro paese si sogna di chiedere alle persone sane le cose che chiede – anzi, impone – il governo Draghi. Nessun governo fomenta la paura per far dimenticare nel mentre i regali miliardari che i tecnocrati di Draghi fanno agli oligarchi che si mangiano le autostrade e le banche. Nessun governo europeo si è voluto spingere dove si spinge il governo italiano, e nessuno ha gestito le cose in modo peggiore: tutti hanno sostanzialmente meno contagi e meno morti.
Forse perché trattano le persone come cittadini, non come sudditi.
Il governo Draghi, invece, vuole un popolo passivo che accetti di avere una libertà a rate, che non discuta mai questo stato di emergenza interminabile, mentre altrove è già terminato. Vuole educare una generazione di giovani a essere pronta a terze dosi e quarte dosi in cambio di briciole di libertà. Se ne parla con una leggerezza che fa venire i brividi: nessun principio di prudenza.
In tutta Europa i tamponi sono praticamente gratis e si trovano a ogni angolo di strada e non si assilla la gente. Perciò le adesioni ai vaccini avvengono nel rispetto della dignità umana. Invece, qui in Italia i prezzi dei tamponi sono il paradiso degli speculatori sanitari, oltre ogni giustificazione economica o scientifica. È un ricatto politico da estorsori ed eversori, particolarmente odioso verso i poveri.
Ogni tanto l’Italia vuole sperimentare l’originalità di nuove misure autoritarie, con il plauso di un sistema dei media che “vuole i colonnelli”, impedendo al popolo di conoscere le libertà godute da altri paesi. E finisce per sperimentare le solite vecchie catastrofi.
Ora più che mai occorre che costruiamo l’Alternativa alla catastrofe.

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