John Bolton suggerisce un attacco nucleare all’Iran

di Daniel LubanThe Faster Time

versione italiana su Megachip.
Questo Venerdì (16 ottobre 2009, NdT), l’American Enterprise Institute (AEI) ospiterà un evento incentrato sulla questione “Israele dovrebbe attaccare l’Iran?” Alla manifestazione partecipa, tra gli altri, il superfalco anti-iraniano Michael Rubin e il famigerato “avvocato della tortura” John Yoo, ma la vera star sarà probabilmente John Bolton, l’ex ambasciatore USA all’ONU, le cui posizioni a destra di Attila lo hanno lasciato ai margini perfino all’interno della seconda amministrazione Bush (Bolton fu infine costretto a rinunciare quando apparve chiaro che non sarebbe stato in grado di g uadagnarsi la conferma del Senato per il posto alle Nazioni Unite). Se la recente retorica di Bolton offre qualche indicazione, la sua apparizione all’AEI può compiere l’impresa formidabile di rendere Michael Rubin credibile come colomba. Nel discutere di Iran durante un discorso tenuto lo scorso martedì presso l’Università di Chicago, Bolton sembrava fare appello niente di meno che a un primo attacco nucleare israeliano contro la Repubblica islamica (l’intervento, promosso dai Giovani Repubblicani dell’Università e dagli Amici di Israele di Chicago era intitolato, apparentemente senza una traccia di ironia, “Assicurare la pace”). «I negoziati sono falliti, e altrettanto lo sono le sanzioni», ha detto Bolton, riecheggiando la sua convinzione già in precedenza affermata sul fatto che le sanzioni si riveleranno inefficaci nel modificare il comportamento di Teheran. «Dunque ci troviamo in un punto molto infelice – un punto molto infelice – nel quale a meno che Israele sia pronto a usare armi nucleari contro il programma iraniano, l’Iran avrà armi nucleari in un futuro molto prossimo». Bolton ha chiarito che la seconda opzione è inaccettabile. «Ci sono alcune persone nell’amministrazione che pensano che questo non sia davvero un problema, e che siamo in grado di contenere e dissuadere l’Iran, come abbiamo fatto con l’Unione Sovietica durante la Guerra Fredda. Penso che questo sia un grande, grande errore e un approccio pericolosamente debole … Qualunque cosa si voglia dire su di loro, almeno i sovietici credevano di passare solo una volta in questo mondo, e non erano troppo desiderosi di abbandonarlo – rispetto ad un regime teologico a Teheran che anela più alla vita nell’aldilà che alla vita sulla terra … non credo che [la deterrenza] funzioni in questo modo con un paese come l’Iran.» Mentre Bolton rifiutava pavidamente di esplicitare le sue conclusioni, le implicazioni delle sue tesi sono state chiare. Se né le trattative, né le sanzioni, né la deterrenza sono delle opzioni, allora con questa logica l’unica opzione che rimane è per .«Israele …usare armi nucleari contro il programma iraniano.» Naturalmente, non c’è nulla di nuovo da parte di Bolton e dei suoi alleati neoconservatori nel minacciare un attacco israeliano contro l’Iran. Ma l’uso da parte di Bolton della parola che inizia per N è, ritengo, una novità da parte sua, e segna una significativa escalation retorica presso i falchi. Un attacco israeliano, nucleare o di altro tipo, senza il permesso degli Stati Uniti rimane improbabile. Ma come spesso accade, ho il sospetto che l’intenzione di Bolton non sia tanto quella di dare una descrizione accurata della realtà, quanto piuttosto quella di presidiare le posizioni estreme abbastanza da spostare i confini del dibattito nel complesso a destra. Fonte: http://thefastertimes.com/diplomacy/2009/10/14/john-bolton-suggests-nuclear-attack-on-iran/. Traduzione per Megachip a cura di Pino Cabras.

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