La lotta alla droga è la scusa sbandierata dagli imperialisti statunitensi per “giustificare” un’aggressione al Venezuela, una delle due casseforti petrolifere (l’altra è l’Iran) messe nel mirino da Washington & C.
Eppure sappiamo che quando invasero l’Afghanistan, usando perfino lì anche quella stessa scusa, la produzione di eroina esplose da lì in poi proprio sotto la loro protezione.
Da sempre i livelli alti del grande traffico di stupefacenti sono un modo per creare immensi fondi neri che la CIA utilizza per operazioni sporche e per corrompere giornalisti di mezzo mondo, tutte cose da non rendicontare a nessun organo di controllo.
Nel caso dell’eroina afghana, serviva anche a inondare il vicino Iran per destabilizzarlo. Ma lì, per Washington, l’impero dei due pesi e due misure, andava tutto bene.
Nota di Simone Santini: Nel grafico sottostante la produzione di oppio in Afghanistan negli ultimi decenni. Dopo l’invasione degli Stati Uniti alla fine del 2001, la produzione ha avuto un forte incremento con picchi nel 2007, 2014, 2017, dopo che i talebani l’avevano quasi eliminata.
In un ventennio non solo gli americani, che controllavano militarmente il territorio dal basso e dall’alto, non sono riusciti ad eradicare la produzione ma ne hanno visto l’esplosione sotto i loro occhi. E l’oppio non si coltiva certo nelle grotte di Tora Bora.
Restiamo comunque fiduciosi che Trump riuscirà a sconfiggere il narcotraffico in Venezuela pur avendo fallito in Afghanistan negli anni in cui fu presidente (il record di produzione avvenne nel 2017).