L’FBI sapeva, la Commissione sapeva, e nessuno scriveva

Tratto da CooperativeResearch, 14 febbraio 2008.
Traduzione di Pino Cabras

La nuova tempistica rilasciata dall’FBI rivela nuove informazioni sui dirottatori dell’11/9 ignorate a suo tempo dalla Commissione d’inchiesta

Gli ultimi risultati sollevano nuove domande sui dirottatori e rivelano un’indagine incompleta

Un utente che ha contribuito alla scrittura di History Commons ha ottenuto dall’FBI un documento di 298 pagine intitolato Hijackers Timeline (Redacted) [Tempistica dei dirottatori (con omissis)] sulla base di una richiesta consentita dal Freedom of Information Act (la legge USA che impone le regole che permettono a chiunque di sapere come opera il governo federale). Il documento era una fondamentale fonte d’informazioni per il rapporto finale della Commissione sull’11/9. Sebbene la commissione abbia citato la tempistica 52 volte nel suo rapporto, non è riuscita a includere alcuni dei materiali più importanti del documento.
Il documento è datato 14 novembre 2003, ma sembra essere stato compilato a metà ottobre 2001 (la data più recente citata è il 22 ottobre di quell’anno), quando l’FBI stava appena iniziando a capire il retroterra dei dirottatori, e non contiene quasi nessuna informazione che sia proveniente da CIA, NSA e altre agenzie. Ciò solleva domande sul perché la Commissione sull’11/9 abbia fatto conto così intensamente su un documento così precoce e sommario per le proprie informazioni sui dirottatori.

Nuove informazioni specifiche:

  • Nuove prove suggeriscono che alcuni dei dirottatori fossero assistiti da funzionari del governo saudita. In precedenza si è riportato che Omar al-Bayoumi, un saudita pagato dal governo del suo paese nonostante non facesse alcun lavoro, abbia assistito i dirottatori Khalid Almihdhar e Nawaf Alhazmi quando partirono la prima volta per gli USA. La timeline dell’FBI mostra che quando questi due dirottatori si trasferirono nel loro appartamento di San Diego, indicavano che essi avevano vissuto con Bayoumi nell’appartamento della porta accanto durante le due settimane precedenti. Di fatto, erano insieme a lui in tale appartamento sin dal 15 gennaio 2000, esattamente dal giorno in cui per la prima volta erano giunti negli USA, provenienti da Los Angeles. La timeline rivela inoltre che il dirottatore Hani Hanjour fu visto nell’appartamento di Bayoumi.
  • Il nuovo libro The Commission, scritto dal giornalista del «New York Times» Philip Shenon e pubblicato a gennaio 2008 rivela anche che Bayoumi aveva stretti legami con Fahad al-Thumairy, un imam radicale che lavorava nel consolato saudita di Los Angeles. Per esempio, Bayoumi chiamava spesso al-Thumairy mentre era il vicino di pianerottolo dei due dirottatori, e altresì chiamava spesso l’ambasciata saudita a Washington, D.C. Il libro rivela ancora che la Commissione sull’11/9 era consapevole delle rivelazioni “esplosive” in merito ai legami tra Bayoumi, Thumairy, e i due dirottatori, ma il rapporto finale della commissione ha omesso «praticamente tutte le più serie imputazioni a carico dei sauditi», per via di considerazioni diplomatiche. Ora, grazie a questa timeline dell’FBI, stiamo scoprendo di più in merito a queste prove eliminate riguardanti l’Arabia Saudita.
  • Omar al-Bayoumi. [Fonte: governo saudita via Al Arabiya]

  • Il filmato della telecamera di sicurezza ottenuto dall’FBI dopo l’11/9 indicava che Khalid Almihdhar e forse Salem Alhazmi erano presenti all’aeroporto Dulles di Washington, D.C., la sera prima l’11/9. Questo collima con il resoconto di una guardia di sicurezza , riportato in Unsafe at Any Altitude di Joe e Susan Trento, che in modo indipendente dichiarò d’aver visto due dirottatori, il fratello di Salem, Nawaf, e Marwan Alshehhi, intenti a perlustrare l’aeroporto Dulles la sera prima dell’11/9. Questa guardia afferma che i due dirottatori facevano parte di un gruppo di cinque uomini, tre dei quali indossavano le divise degli addetti di rampa della United Airlines, dai comportamenti sospetti. Nonostante un’azione legale dei parenti delle vittime dell’11/9 a carico di United Airlines e altri per negligenza, il governo USA non ha mai rivelato l’esistenza di un tale filmato che sosterrebbe le affermazioni secondo cui i dirottatori ebbero un aiuto dall’interno.
  • I dirottatori Marwan Alshehhi e Hamza Alghamdi acquistarono “video porno e giocattoli erotici” per centinaia di dollari in Florida. Spesero 252 dollari in video e ‘giocattoli’ ai primi di luglio 2001, e poi altri 183 dollari nel corso di quel mese. Come se non bastasse, Satam Al-Suqami probabilmente pagò per un’accompagnatrice a Boston il 7 settembre 2001. Alshehhi venne inoltre riconosciuto da sei ballerine del Cheetah’s, un nightclub di Pompano Beach, Florida. Questo combacia con altre prove del fatto che i dirottatori bevevano alcol, pagavano per ballerine di lap dance, guardavano video porno, ecc., ben lontani dal comportamento che ci si aspetterebbe da dei religiosi radicali.
  • Il 20 marzo 2000, o Khalid Almihdhar ovvero Nawaf Alhazmi usarono un’utenza telefonica intestata a Alhazmi per fare una chiamata da San Diego a un centro di smistamento di comunicazioni di al-Qa’ida a Sana’a, in Yemen, gestito dal suocero di Almihdhar. La telefonata durò 16 minuti. In base all’indagine del Congresso sull’11/9, la telefonata venne intercettata dall’NSA, che stava intercettando le telefonate di Alhazmi e Almihdhar da più di un anno, ma l’FBI non fu informata della presenza dei dirottatori negli USA. La telefonata è unicamente e brevemente citata come una chiamata familiare dalla Commissione sull’11/9 in una nota finale, e non si fa cenno al fatto che la chiamata era monitorata.
  • Quando il passaporto del dirottatore Satam Al Suqami venne ritrovato l’11/9 in strada vicino al World Trade Center, era “inzuppato nel carburante d’aereo”.

Il passaporto di Satam Al Suqami, straordinariamente intatto, segnato e avvolto nella plastica. [fonte: FBI]

  • Il dirottatore Hamza Alghamdi prenotò diversi voli per dopo l’11/9. Aveva prenotato una continuazione da Los Angeles a San Francisco più tardi nel giorno degli attentati. Poi, per il 20 settembre, aveva pianificato di volare da Roma a Casablanca, a Ryad, a Damman, in Arabia Saudita.
  • Si è largamente assunto che i dirottatori fecero tutto usando i loro veri nomi, o pseudonimi vicini ai loro veri nomi. Ma un rapporto CIA tuttora classificato scoprì che i dirottatori usarono 364 pseudonimi e varianti dei loro nomi. La linea temporale dell’FBI ne svela alcuni. Per esempio, Hani Hanjour e Ahmed Alghamdi affittarono un appartamento in New Jersey usando i nomi Hany Saleh e Ahmed Saleh. Fayez Ahmed Banihammad usava gli pseudonimi Abu Dhabi Banihammad e Fayey Rashid Ahmed. Mohamed Atta spesso amava usare delle varianti del nome El Sayed, per esempio chiamandosi Awaid Elsayed e persino Hamburg Elsayed. E quando Majed Moqed volò in USA il 2 maggio 2001, nella lista passeggeri c’era il nome Mashaanmoged Mayed.
    Tutto ciò suggerisce che alcuni viaggi e alcune azioni dei dirottatori potrebbero essere sfuggite laddove abbiano usato degli pseudonimi meno affini.
  • Sono stati rilasciati pochissimi filmati dei dirottatori. Finora, l’unico materiale filmato noto riguarda due fotogrammi video di Hani Hanjour e Majed Moqed ripresi mentre usavano un bancomat, un fotogramma ciascuno di Waleed Alshehri e Satam Al-Suqami, diversi fotogrammi di Mohamed Atta e Abdulaziz Alomari a Portland la sera prima dell’11/9, e pochi altri fotogrammi e filmati di diversi dirottatori negli aeroporti alla mattina dell’11/9. Ma la timeline dell’FBI rivela che ci sono molti più filmati di quanto sia mai stato lasciato intendere pubblicamente: Mohamed Atta usò un bancomat a Palm Beach, Florida, il 19 luglio 2001. Salem Alhazmi e Ahmed Alghamdi usarono un bancomat ad Alexandria, Virginia, il 2 agosto. Hanjour e Majed usarono un ufficio a noleggio della Kinko’s per mezzora a College Park, Maryland, il 10 agosto. Moqed e Nawaf Alhazmi fecero acquisti in un distributore Exxon a Joppa, Maryland, il 28 agosto. Waleed e Wail Alshehri vagabondavano in un negozio Target a Fort Lauderdale, Florida, il 4 settembre. Atta e Abdulaziz Alomari erano nella sala d’attesa di una banca in Florida il 4 settembre, e l’audio di Atta che chiamava in Arabia Saudita fu persino registrato nel corso d’opera. Fayez Ahmed Banihammad usò un bancomat il 7 settembre a Deerfield Beach, Florida. Salem Alhazmi era al DMV (motorizzazione) di Church Falls il 7 settembre. Dei video di sorveglianza di bassa qualità al Milner Hotel di Boston mostravano Alshehhi e forse Mohand Alshehri in più occasioni nei giorni immediatamente precedenti l’11/9. Ziad Jarrah e forse Saeed Alghamdi furono filmati mentre usavano un Kinko’s per circa un’ora vicino a Newark il 10 settembre.


Un fotogramma del video di un “bancomat” mostra
Hani Hanjour (a sinistra) e Majed Moqed (a destra). [Fonte: FBI]

  • Alcune carte di credito usate dai dirottatori furono usate ancora negli USA dopo l’11/9. Per esempio, una carta di credito posseduta congiuntamente da Mohamed Atta e Marwan Alshehhi venne usata due volte il 15 settembre. Ciò risulta di sostegno alle notizie giornalistiche di fine 2001 che riportavano che le carte di credito dei dirottatori furono usate sulla Costa orientale degli USA non più tardi dei primi di ottobre del 2001. A quel tempo, un funzionario di governo ammise che alcune carte potevano essere state rubate, e aggiunse: “noi riteniamo che ci siano altre persone esterne” che hanno aiutato i dirottatori.
  • La timeline dell’FBI mostra altri interessanti cenni al fatto che i dirottatori avessero dei complici negli USA. Per esempio, l’8 settembre 2001, i dirottatori Majed Moqed e Hani Hanjour andarono in una banca con un uomo mediorientale di cui non sappiamo il nome. Ques’uomo esibì una patente di guida della Pennsylvania al momento dell’identificazione, ma di nessuno dei dirottatori dell’11/9 si è appurato che avesse una patente di tale stato. C’è anche una sezione molto censurata la quale accenna che una donna a Laurel, in Maryland, stava aiutando degli uomini mediorientali e potrebbe avere connessioni con i dirottatori Mohamed Atta e Ziad Jarrah.
  • Intorno alle ore 10, la mattina dell’11/9, una donna delle pulizie al Park Inn di Boston andò a pulire la camera usata la notte prima dai dirottatori Wail e Waleed Alshehri. Fu affrontata da un uomo straniero che le disse che c’era qualcuno che ancora dormiva nella camera e che sarebbe dovuta ritornare intorno all’una, di pomeriggio. La cosa ovviamente costò all’FBI una gran perplessità, giacché la voce nella timeline relativa a questo evento termina con cinque punti interrogativi.
  • È stato in precedenza riportato che appena prima dell’11/9 i dirottatori Nawaf Alhamzi e Khalid Almihdhar lasciarono un bagaglio in una moschea a Laurel, in Maryland, con attaccato un appunto che recitava: “Regalo per i fratelli”. La linea temporale elaborata dall’FBI identifica la moschea come l’Ayah Islamic Center. Ma i soli contenuti menzionati nel bagaglio erano dei registri piloti, ricevute, e altre prove che documentavano il breve periodo di formazione di volo che Alhazmi e Almihdhar sostennero a San Diego ai primi del 2000. Non è chiaro perché dovessero aver conservato le ricevute, delle quali alcune riportavano i loro nomi, per oltre un anno per poi mollarle in una moschea ove farle trovare. Dopo l’11/9, un ex funzionario d’intelligence di alto livello disse al giornalista Seymour Hersh che “qualsiasi traccia sia stata lasciata [dai dirottatori], essa fu lasciata apposta per farla trovare dall’FBI.”
  • L’11 giugno 2001, i dirottatori Saeed Alghamdi, Ahmed Alnami, Marwan Alshehhi, e Mohamed Atta fecero il loro check-in all’albergo Deluxe Inn, a Dania, in Florida. Il manager dell’albergo più avanti identificò Saeed Alghamdi come uno che era già stato lì al tempo con gli altri. Tuttavia, le registrazioni di viaggio indicano che Alghamdi fino al 27 giugno non era arrivato negli USA. Altre prove precedentemente rilasciate hanno suggerito che molti altri dirottatori erano negli USA prima di quando arrivarono ufficialmente.
  • Diversi mesi fa, il «London Times» scriveva di un leader di Al-Qa’ida detenuto in Turchia, rispondente al nome di Luai Sakra. Sakra sostiene di aver formato sei dei dirottatori in Turchia, compreso Satam Al-Suqami. La timeline dell’FBI è di sostegno al suo racconto, poiché le registrazioni del passaporto di Al-Suqami indicano che egli passò molto del suo tempo tra fine settembre 2000 e i primi di aprile 2001 in Turchia. Inoltre, Sakra ha affermato che Al-Suqami era uno dei leader dei dirottatori, non tanto l’ennesimo dirottatore “di manovalanza”, come avevano invece presunto gli investigatori USA. La timeline dell’FBI lo supporta, visto che indica che Al-Suqami si muoveva spesso dal 1998 in avanti, mentre volava in Siria, Giordania, Arabia Saudita, Egitto, Bahrain, Oman, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Iran, Malaysia, così come in Turchia, e viaggiò verso la maggior parte di questi paesi più di una volta. Questo è particolarmente importante perché coloro che hanno contribuito a History Commons hanno messo insieme delle prove che suggeriscono che Sakra fu una risorsa della CIA prima dell’11/9, il che suggerirebbe che Al-Suqami e altri dirottatori erano di fatto addestrati da una risorsa della CIA.

Luai Sakra [Fonte: Reuters]

  • Quando Ahmed Alghamdi arrivò in USA da Londra il 5 maggio 2001, pare che un ispettore dell’immigrazione notò che Alghamdi commentò al suo cospetto che i media stavano distorcendo i fatti a proposito di Osama bin Laden e che bin Laden era un buon mussulmano. Alghamdi indicò inoltre che stava viaggiando con una somma superiore ai 10mila dollari. Subito dopo l’11/9, «The New York Times», «Washington Post», e altri giornali riportarono che non più tardi della primavera del 2001 la dogana statunitense stava indagando su Alghamdi e altri due dei futuri dirottatori dell’11/9 per via delle loro connessioni con noti elementi operativi di al-Qa’ida. Un quotidiano britannico ha inoltre notato che Alghamdi avrebbe dovuto essere “istantaneamente segnato a dito con forza dall’intelligence britannica” non appena fece tappa per Londra nella sua rotta per gli USA a causa si una segnalazione sui suoi legami con al-Qa’ida. Non è stato spiegato come Alghamdi sia potuto riuscire a passare attraverso le dogane britannica e statunitense, nonostante stesse persino apertamente elogiando bin Laden.
  • Il dirottatore Nawaf Alhazmi fu aggredito fuori dal suo appartamento ad Alexandria, in Virginia, da un “sconosciuto uomo di colore” il I maggio 2001. Stilò in merito una denuncia alla polizia e fornì il suo nome e il suo indirizzo esatti. Ad agosto 2001 Alhazmi e Khalid Almihdhar furono inseriti nella lista dei ricercati della CIA, e un investigatore dell’FBI iniziò a cercarli negli USA. Ma, come notò più avanti un lancio giornalistico, l’investigatore “non applicò mai uno dei compiti più basilari di una caccia all’uomo della polizia. Non puntò mai su Almihdhar o Alhazmi attraverso il computer NCIC”, una banca dati largamente usata che avrebbe dovuto elencare questa aggressione, così come una multa per eccesso di velocità ricevuta da Alhamzi il mese prima.
  • Il 26 agosto 2001, i dati dell’auto di Nawaf Alhamzi furono interrogati dalla polizia a Totowa, in New Jersey, proprio a poche miglia di distanza dalla località dove viveva, a Paterson. La polizia estrasse i dettagli della sua auto a noleggio e inserì tutte le informazioni nella banca dati NCIC. Il 29 agosto, con Alhamzi che viveva ancora a Paterson, a un agente dell’FBI fu affidato l’incarico di cercare qualcosa su di lui. Ma come si è sopra ricordato, egli non cercò nel database NCIC. Il 2 settembre questo agente cercò in un database nazionale di autoveicoli, e questo, l’aggressione, e altri incontri che Alhamzi aveva avuto con la polizia avrebbero dovuto ugualmente comparirvi, ma per qualche inspiegabile ragione l’agente non scoprì che Alhamzi era negli USA.
  • Il dirottatore Abdulaziz Alomari perse il suo biglietto aereo appena prima dell’11/9. Riportò di averlo perso l’8 settembre, e si prese un biglietto sostitutivo al terminal American Airlines dell’aeroporto Logan di Boston il giorno successivo. Il governo USA ha generalmente dato credito a quel che un funzionario FBI ha chiamato lo “scenario Superman”: l’idea che i dirottatori non abbiano fatto alcun errore. Per esempio, nel 2004 un funzionario FBI dichiarò: “Questi tizi erano professionisti. Perché noi avessimo da fare qualcosa, questi avrebbero dovuto compiere un errore. E non ne hanno proprio fatto”.
  • Sfortunatamente, molta della tempistica ricostruita dall’FBI è pesantemente censurata, con intere pagine talvolta interamente ricoperte di omissis. Ma da quanto sappiamo, questa timeline indica che molte domande rimangono sui dirottatori e sugli attentati dell’11/9. Noi sappiamo che la timeline dell’FBI era disponibile alla Commissione sull’11/9, e allora perché la commissione non ha fatto cenno ad alcuna delle informazioni sopra elencate?
  • È interessante comparare i risultati della Commissione dell’11/9 con l’Inchiesta del Congresso sull’11/9 che la precedette. Per esempio, mentre la Commissione sull’11/9 minimizzò qualsiasi possibile legame tra i dirottatori e lo Stato saudita, l’Inchiesta del Congresso sull’11/9 scrisse un intero capitolo sull’argomento. Sfortunatamente, tutte le 28 pagine di tale capitolo furono censurate. Tuttavia il senatore Bob Graham, che co-presiedeva all’inchiesta, più tardi affermò che le prove relative ai due dirottatori che avevano vissuto a San Diego “presentavano un elemento convincente sul fatto che ci fosse stata un’assistenza saudita” alla trama dell’11/9. Graham suppose che Omar al-Bayoumi fosse un agente dell’intelligence saudita. Concluse inoltre che il presidente Bush abbia dato direttive all’FBI affinché “frenasse e offuscasse” le indagini su questi legami.
  • Ora stiamo finalmente iniziando a vedere qualcosa di quanto era contenuto in quelle 28 pagine mancanti. Un anonimo ufficiale che ha visto le pagine dichiara: “Non stiamo parlando di elementi deviati. Stiamo parlando invece di una rete coordinata che si estende esattamente dai dirottatori fino a varie postazioni all’interno dello Stato saudita”.
  • La Commissione sull’11/9 minimizzò inoltre l’idea che i dirottatori abbiano ricevuto alcuna assistenza negli USA. L’Inchiesta del Congresso sull’11/9, per contro, notò che molte persone che interagirono con i dirottatori negli USA, compreso Omar al-Bayoumi, erano sotto inchiesta dell’FBI anche prima dell’11/9.
  • Sfortunatamente, né la Commissione sull’11/9 né l’Inchiesta del Congresso furono delle inchieste complete e obiettive. Se questa linea temporale riflette solo qualcosa di ciò che solo l’FBI sapeva sui dirottatori un mese dopo gli attentati, si può solo intuire quanto di più tutte le agenzie USA combinate sanno adesso sui dirottatori. Perché queste informazioni sono tenute segrete?

Documenti FBI :
FBI Hijackers Timeline, copertina, pagine 1-105
FBI Hijackers Timeline, pagine 106-210
FBI Hijackers Timeline, pagine 211-297
FBI Hijackers Timeline, file zippato dell’intero documento

4 Commenti

  1. Paolo 11/03/2008 at 19:19

    Interessante, sì, ma è vecchia questa rivelazione… ne hanno parlato già il tg di Riotta, Aldo Forbice e ho letto qualcosa sul tema da Magdi Allam… ;)
    Paolo

    Rispondi
  2. Pino Cabras 11/03/2008 at 19:33

    paolo ha scritto:
    << ne hanno parlato già il tg di Riotta, Aldo Forbice e ho letto qualcosa sul tema da Magdi Allam... ;) >>

    E’ che ultimamente leggono solo cose in italiano… Così ora non avranno più scuse :-)

    Rispondi
  3. Anonimo 17/03/2008 at 22:57

    Questa dovrebbe essere la famosa “able danger”, l’inchiesta fbi sui dirottatori.
    bene, io l’ho sempre considerata un depistaggio che serve ad avvalorare la falsa versione ufficiale.
    in un primo momento perchè ritenevo che gli aerei non fossero dei voli di linea ,ma droni radiocomandati.
    adesso invece ho cambiato idea, mi sono convinto della tesi “no plane”, cioè del fatto che nessun aereo si è schiantato sulle torri, e che i video che lo vogliono dimostrare sono delle malfatte scene di computer grafica.
    se analizzati e comparati tra loro, i video rivelano la menzogna.
    L’ 11 settembre 2001 i media hanno ingannato l’umanità intera.

    September Clues (sottotitolato italiano)

    911 Octopus (in inglese)
    http://video.google.com/videoplay?docid=-3636640516271789214

    http://www.youtube.com/results?search_query=fake+plane+crash&search=Search

    http://www.livevideo.com/media/search.aspx?tag=fake%20plane%20911

    http://www.livevideo.com/video/socialservice

    saluti
    RadioClash

    Rispondi
  4. Pino Cabras 18/03/2008 at 10:58

    Radio Clash ha detto:
    Questa dovrebbe essere la famosa “able danger”, l’inchiesta fbi sui dirottatori.
    Bene, io l’ho sempre considerata un depistaggio che serve ad avvalorare la falsa versione ufficiale.

    Pino commenta:
    In effetti i documenti rilasciati dall’FBI gettano una luce unicamente sui presunti dirottatori, lasciando inesplorate altre aree come quelle che citi, che anch’io considero degne di approfondimenti.
    Tuttavia questi documenti sono interessanti perché ormai emerge in modo chiaro che il profilo dei presunti dirottatori non è tanto di integralisti musulmani quanto di manovalanza per azioni di depistaggio

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