L’undici settembre e il magico mondo dei derivati

di Riccardo Pizzirani (SERTES).


In questo articolo cercheremo di fare luce su uno degli aspetti più complessi dell’undici settembre: gli effetti che gli attentati hanno avuto sul mondo della grande finanza. Per fare ciò occorrerà introdurre un paio di concetti, semplici quanto micidiali, che fanno parte del magico mondo dei derivati: Put Option, Naked Put, Call Option.

 

Put Option
La Put Option è uno strumento finanziario derivato che permette al suo detentore la possibilità (ma non l’obbligo) di vendere alla controparte una determinata azione ad un determinato prezzo entro una data futura prefissata. Tipicamente le Put Option sono utilizzate come assicurazioni contro il crollo improvviso di un titolo. Facciamo un esempio concreto: se sono il possessore di una cartiera è perfettamente normale e logico che io faccia un’assicurazione contro gli incendi; se la mia cartiera è anche una società per azioni, allora posso voler assicurarmi non solo contro l’incendio, ma anche contro tutta una serie di eventi nefasti che possono colpire la mia azienda, tutelandomi con una assicurazione del titolo azionario. Ad esempio, potrebbe aprire un’altra cartiera più grande che mi ruba il mercato, oppure quegli odiosi verdi potrebbero convincere il governo a mettere una tassa sul taglio delle foreste, e il prezzo della mia materia prima potrebbe schizzare verso l’alto, erodendo i miei guadagni e quindi il valore del mio titolo azionario. In tutti questi casi una Put Option acquisita anzitempo mi protegge come e meglio di una assicurazione. In questo modo, se le azioni della mia cartiera valgono 30$ ciascuna, posso sottoscrivere una Put Option a 25$, e questo mi costa (diciamo) 2$ ad azione. Se la mia azione scende di quotazione, ed arriva a valere meno di 25$ posso limitare il danno, e venderla comunque a 25$. […]
Naked Put
Le Put Options sono una bella idea, quindi. Peccato che ci sia un piccolo particolare: potete sottoscrivere una Put Option anche su una azione che non possedete! In questo caso si tratta di una “Naked Put” (Opzione “Nuda”). L’idea di fondo è che se un titolo crolla da 30$ a 18$ io posso comprare sul mercato libero le azioni a 18$ e poi la Put Option che avevo sottoscritto prima del crollo mi da il diritto di rivenderle ad esempio a 25$. Se il titolo invece non crolla, avrò speso al massimo l’ammontare della sottoscrizione della Put, cioè i 2$ ad azione, perché a scadenza non sarò obbligato a vendere un certo numero di azioni restando fregato… quella era solo una mia opzione, che scelgo di non esercitare.
Ecco fatto, con questa semplice variante abbiamo reso legale e accettabile quello che è platealmente immorale: scommettere e profittare sulle disgrazie altrui.
A questo punto il passo è veramente breve, perché se io posso far profitto sulle disgrazie altrui… è tutto nel mio interesse che poi queste si verifichino.
Voi vi fidereste se il vostro vicino potesse assicurare la vostra casa o la vostra auto contro un incendio? Se potesse fare un’assicurazione sulla vostra vita? Beh, per fortuna non c’è nulla di cui preoccuparsi: ci sono organi di controllo come la SEC (Securities And Exchanges Commission) che vigilano affinché questo non accada, e quand’anche la SEC non bastasse, c’è sempre l’FBI a punire i colpevoli di eventuali abusi.
Call Options
Questi derivati sono l’opposto delle Put Option, e una volta stipulata permette al detentore la possibilità (ma non l’obbligo) di comprare una determinata azione ad un determinato prezzo entro una certa data; Questi derivati servono per comprare a basso prezzo le azioni di una società che vada in forte rialzo, e sono quindi una “scommessa sulla crescita”.
L’undici di settembre 2001
L’undici di settembre 2001 sono stati dirottati e distrutti due aerei della American Airlines (AA11 torre nord e AA77 Pentagono) e due della United Airlines (UA175 torre sud e UA93 Shanksville), e il titolo azionario di entrambe le compagnie ha subito un crollo da circa 30$ a circa 18$, bruciando cioè in breve tempo il 40% del valore di queste due società.

 

È abbastanza normale che società di questo tipo subiscano nel corso dell’anno un certo numero di Put Options, ed allo stesso tempo un numero sostanzialmente identico di Call Options; il problema è che nei 6 giorni che hanno preceduto gli attentati c’è stato un fortissimo sbilanciamento in favore delle Put Options verso queste due società, di molto superiore al numero di Call, e incredibilmente più alto della media annuale.
In particolare, scrive CBS News il 26 settembre 2001:
– Le Put Options sulla UAL Corp. (proprietaria di United Airlines) hanno subito un incremento di 90 volte superiore al normale tra il 6 ed il 10 settembre, e 285 volte superiore alla media annuale il solo 6 settembre.
– Le Put Options sulla AMR Corp. (proprietaria di American Airlines) hanno subito un incremento di 60 volte superiore alla media annuale il giorno prima degli attentati.
Altre importantissime informazioni sono riportate da Bloomberg Business Report, che cita a sua volta l’Istituto per l’Antiterrorismo ICT di Herzliya, Israele:
Nessun altra compagnia aerea ha subito in quel periodo un uguale esposizione di Put Options verso le proprie azioni:
Morgan Stanley, che occupava il 22° piano della Torre Nord, ha subito un incremento di 27 volte nella sottoscrizione di Put Options sulle sue azioni tra il 7 ed il 10 settembre.
Merrill Lynch, che aveva la sede principale nelle strette vicinanze delle Twin Towers, ha subito un balzo di più di 12 volte del livello normale delle Put Options sulle sue azioni nei quattro giorni di negoziazione prima degli attentati.
Veniamo adesso a chi invece è cresciuto:
– La Raytheon, produttore dei missili Patriot e Tomahawk, ha visto le proprie azioni in fortissimo rialzo dopo gli attentati (da 25$ a 34$ per un +37% nel valore). La sottoscrizione di Call Options sulle azioni Raytheon è incrementata di 6 volte il giorno prima degli attentati. (Fonte)
– Inoltre, come spiega il Wall Street Journal, “i Buoni del Tesoro U.S. a cinque anni sono tra i migliori investimenti nel caso di crisi mondiali, specialmente se la crisi colpisce gli Stati Uniti. Questi buoni sono celebri per la loro sicurezza e per il loro sostegno da parte del governo degli Stati Uniti, e tipicamente vengono acquistati in massa quando gli investitori scappano da investimenti più rischiosi, come le azioni”.
– I Buoni del Tesoro U.S. a cinque anni hanno subito un volume di acquisti insolitamente alto, compreso un singolo acquisto da 5 miliardi di dollari (sì, miliardi di dollari, non è un errore). Il valore dei Buoni del Tesoro U.S. a cinque anni è ovviamente cresciuto a dismisura dopo gli attentati.
Non stupisce quindi che SEC e FBI abbiano deciso che ci fossero i termini per iniziare un’indagine per Insider Trading.
L’indagine SEC/FBI
La prima cosa da fare in questi casi così grandi e di interesse generale… è secretare il tutto. Siccome aleggia la sempiterna domanda “ma se il 9/11 è stato un auto-attentato, come hanno fatto a far tacere tutti quelli coinvolti?”, perdiamo un paio di minuti a spiegare i fatti:
Un articolo del 19 ottobre del San Francisco Chronicle spiega che “la SEC, dopo un iniziale periodo di silenzio, ha intrapreso l’azione senza precedenti di rendere collaboratori all’indagine (deputy) centinaia di funzionari privati: Il sistema proposto, che sarebbe andato in vigore immediatamente, efficacemente rendeva collaboratori centinaia, se non migliaia, di attori chiave nel settore privato. In una dichiarazione di due pagine rilasciata a “tutte le entità coinvolte” a livello nazionale, la SEC ha chiesto alle imprese di designare qualcuno tra il personale senior che sa apprezzare “la natura sensibile” del caso e che possono garantire “la dovuta discrezione” che agisca come “punto di riferimento” per fungere da collegamento tra gli investigatori governativi e l’industria.
Michael Ruppert, un ex ufficiale di polizia di Los Angeles, spiegò le conseguenze di questa azione:
“Cosa succede quando si rende collaboratore qualcuno in un investigazione nazionale o indagine penale è che si rende illegale per loro di rivelare pubblicamente ciò che sanno.Mossa intelligente. In concreto, essi diventano agenti del governo e sono controllati da regolamenti governativi, piuttosto che la propria coscienza. In realtà, essi possono essere mandati in prigione senza udienza se parlano pubblicamente. Ho visto varie volte usare questa implicita minaccia durante le indagini federali, quelle con agenti dei servizi segreti, e persino verso membri del Congresso degli Stati Uniti che sono legati così strettamente dai giuramenti di segretezza e di accordi di non divulgazione che non sono nemmeno in grado di rivelare le attività criminali all’interno del governo per paura di essere poi incarcerati.
Quindi dalle persone coinvolte non sapremo mai nulla. Leggiamo allora la monografia prodotta dalla SEC relativa a questa indagine:
“Anche se questo rapporto non tratterà ognuno degli scambi che hanno tratto profitto dagli attentati del 9/11, alcuni degli scambi più grandi, in particolare quelli citati dai media come preoccupanti, sono illustrativi e tipici sia della natura delle indagini governo nei traffici e della natura innocente del trading.
Quindi l’indagine, che ha coinvolto 40 agenti solo nella SEC ed ha analizzato qualcosa come 9,5 milioni di transazioni… non ha trovato nulla di strano.
Per spiegare ciò vengono mostrati 3 “casi campione”, senza peraltro fare alcun nome pure in questi casi, e da questi si conclude:
“…inequivocabilmente che non c’è alcuna prova di negoziazione illecita nei mercati degli Stati Uniti con la pre-conoscenza degli attentati terroristici. Il personale della Commissione [Undici Settembre, ndt], dopo una revisione indipendente delle indagini del governo, non ha trovato alcun motivo di dubitare di questa conclusione.
Leggiamo allora le conclusioni della Commissione Undici Settembre direttamente nel loro Report
9/11 Commission Report
Come affronta l’argomento il documento che ha come scopo quello di “preparare un resoconto completo ed esauriente di tutti gli eventi riguardanti gli attentati dell’11 settembre”? Con cinque righe, nel capitolo 5:
“E’ stato anche affermato che Al-Qa’ida si sia finanziata attraverso la manipolazione del mercato azionario sulla base della sua conoscenza anticipata degli attentati 9/11. Indagini esaurienti da parte della Securities and Exchange Commission, FBI e altre agenzie non hanno scoperto alcuna prova che chiunque con la conoscenza anticipata degli attentati abbia approfittato attraverso operazioni in titoli130
Vediamo allora l’approfondimento, nel capitolo delle note:
130. Le accuse, molto pubblicizzate, di insider trading sul 9/11 generalmente si basano su segnalazioni di un’insolita attività di trading pre-9/11 in società le cui azioni sono crollate dopo gli attentati. Alcuni eventi di trading insolito si sono effettivamente verificati, ma per ciascuno di tali scambi è stato dimostrato di avere una spiegazione innocua. Ad esempio, il volume degli investimenti Put Options -che vengono ripagati solo quando un titolo scende in prezzo- nelle società proprietarie di United Airlines il 6 settembre e American Airlines il 10 settembre sono state
negoziazioni altamente sospette. Ciononostante, ulteriori indagini hanno rivelato che le negoziazioni non avevano alcuna connessione con il 9/11. Un singolo investitore istituzionale statunitense senza possibili legami con Al-Qa’ida ha acquistato il 95 per cento delle Put sulla United il 6 settembre come parte di una strategia di trading che comprendeva anche l’acquisto di 115 mila azioni dell’American Airlines il 10 settembre. Allo stesso modo, l’altrettanto sospetto trading nella American Airlines il 10 settembre è stato ricondotto ad una specifica newsletter statunitense di opzioni di trading, inviato via fax ai propri abbonati Domenica 9 settembre, che raccomandava questi scambi. Questi esempi caratterizzano le prove esaminate dalla investigazione. La SEC e l’FBI, aiutati da altre agenzie e settore delle
securities, hanno dedicato enormi risorse per indagare questo problema, compreso l’assicurarsi la cooperazione di molti governi esteri. Questi investigatori hanno scoperto che ciò che era apparentemente sospetto veniva costantemente dimostrato innocuo.
Sono due dei tre casi esplicitamente citati dalla SEC. Ad esempio per l’autore della newsletter la SEC dice anche: “La SEC ha intervistato l’autore della newsletter, un cittadino americano, che ha spiegato la sua analisi di strategia di investimento, che non aveva nulla a che fare con la pre-conoscenza del 9/11.”
Le Conclusioni Ufficiali
Quindi non viene affatto negato che qualcuno abbia guadagnato un incredibile ammontare di soldi con le Put Options dell’undici settembre – ma viene detto che siccome questi non hanno connessioni con Al-Qa’ida, allora queste transazioni non sono sospette! Ecco come si conduce una vera indagine: si parte determinando che il colpevole sia Al-Qa’ida, e mano a mano che si trovavano prove reali e concrete che puntano ad altri, questi vengono sistematicamente assolti… dal fatto che non sono Al-Qa’ida!
E neanche una parola su chi ha guadagnato dalle crescite azionarie, con le Call Options o con l’acquisto dei buoni del tesoro a 5 anni.
La richiesta FOIA
Incredibilmente, c’è chi non si è accontentato di quanto c’è stato detto dalla FBI, SEC e dalla 9/11 Commission. Essendo tutti atti prodotti da enti governativi, essi sono soggetti alle richieste FOIA – cioè qualsiasi materiale governativo che non sia esplicitamente secretato può essere richiesto nel dettaglio dai cittadini americani in copia per un analisi personale. Ecco come ha risposto la SEC alla richiesta FOIA di David Callahan, direttore esecutivo di SmartCEO Magazine:
“Questa lettera è in risposta alla vostra richiesta di avere accesso e copia delle prove documentali di cui alla nota 130 del Capitolo 5 della Relazione della Commissione 11 settembre. (…) Siamo stati informati che i dati potenzialmente pertinenti sono stati distrutti.”
I dati della più grande indagine su truffe finanziare della storia, relativa al più grande atto di terrorismo della storia… sono stati distrutti. Dai relativi investigatori istituzionali.
Ancora un paio di curiosità e una considerazione, prima di concludere:
Primo, le imprese di assicurazione hanno pagato in totale circa 40,2 miliardi dollari per tutte le attività relative al 9/11, comprese queste relative alle PUT, ma compresi anche i crolli, i rimborsi alle vittime, ecc. (Fonte: Investopedia). La maggior parte delle imprese di assicurazione successivamente hanno rimosso la copertura da attentati terroristici nelle loro polizze, ma sono veramente rari i casi in cui siano scaturite cause per evitare i pagamenti o ridurne l’importo. Già questo, in un paese dove un cittadino può far causa a MacDonald’s perché i suoi hamburger lo hanno fatto ingrassare, è un elemento di profonda riflessione.
Secondo. Ricordate proprio all’inizio quando dicevo che le Put Options danno il diritto di vendere ad un determinato prezzo, ma non l’obbligo? Bene. Ci sono addirittura 2,5 milioni di dollari di Put Options che non sono state esercitate dai rispettivi possessori (Fonte: San Francisco Chronicle); alcuni malfidati complottisti sostengono che questo sia dovuto al fatto, non prevedibile, che gli attentati dell’undici settembre hanno causato uno stop di 4 giorni a tutte le contrattazioni azionarie – un evento senza precedenti nella storia – e che quindi i possessori non siano riusciti ad afferrare il malloppo e scappare prima che l’indagine della SEC fosse cominciata e temevano quindi di essere identificati. Questi pesci piccoli ovviamente non sapevano con quanta cura e con quarta solerzia la SEC avrebbe effettivamente poi condotto la sua indagine.
Quindi, mentre i diritti civili e la privacy dei comuni cittadini venivano stuprati dopo l’undici settembre dal Patriot Act e dal Military Commission Act 2006, le identità di chi ha guadagnato direttamente dall’undici settembre vengono tuttora tutelate. Anzi, i dati dell’indagine sono già stati distrutti.
L’unica cosa vagamente positiva è che non si potrà usare lo stesso trucco una seconda volta – adesso la presenza di volumi di Put così superiori alla media farà scattare tutti i campanelli d’allarme in ogni dove, e quindi quantomeno dovranno inventarsi un modo diverso per profittare direttamente dalle grandi disgrazie.

Fonti aggiuntive:

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