Partenze viola

di Pino Cabras – Megachip.
ROMA – Osservo il popolo viola arrivare alla spicciolata dalle vie che confluiscono su Piazza del Popolo, in una giornata tiepida. Volgo poi gli occhi verso i piani più alti dei palazzi, per immaginare come possa apparire il flusso da lassù. Chissà se fra gli attici che si affacciano su queste vie c’è anche qualcuno dei tanti lussuosi rifugi di Gennaro Mokbel, il più recente nome, prima sconosciuto, dell’eterna capitale corrotta, dell’eterna nazione infetta.

Due mondi lontanissimi, quegli attici e questa piazza, eppure compresenti dentro la grande pancia dell’Urbe, che digerisce tutto, come sempre: sia le mille manifestazioni sia il potere sempre più smodato e senza contrappesi di un ceto affaristico-politico criminale fra i più avidi del pianeta. Senza referenti politici forti le une, e senza progetto l’altro, se non quello di arraffare. Su tutto veglia – si fa per dire – la Procura romana.
Il bersaglio dei viola è sempre il dominus del gioco politico, Silvio B., il più intoccabile degli arraffatori. Per l’annunciato crepuscolo dell’avventura berlusconiana, anche questa manifestazione popolare riesce a mandare un segnale che si aggiunge a tanti altri segnali di declino, e quindi va bene.
Eppure va detto: non si tratta di un segnale forte. Gli organizzatori hanno alluso a 50mila partecipanti, qualcuno si è spinto a un mirabolante 200mila. Ma a ben guardare i vuoti della piazza, non c’erano più di 15mila persone. Le recenti giravolte di Antonio Di Pietro – che in Campania appoggia un candidato rinviato a giudizio – avevano già sgomentato in primo luogo gli intellettuali vicini al partito dell’Italia dei Valori, ma sicuramente un contraccolpo c’è stato su tutto il movimento viola. Un movimento orgogliosamente capace, sì, di pagarsi i costi della manifestazione, ma davvero attaccato a sponde politiche troppo deboli, friabili, inaffidabili. Non c’è una classe dirigente in grado di dare sbocco al fermento, e il fermento perciò si affievolisce.
Gianfranco Mascia, uno degli animatori delle iniziative viola, dal palco fa appello a impegnarsi «per passare dal Basta all’Ancora», ossia dalla protesta alla proposta. Ma quando Di Pietro ha già svalutato la piazza come un luogo «sterile», è difficile vedere da qualche parte un barlume di classe dirigente davvero alternativa.
La piazza sarebbe pure punteggiata dai gazebo delle flebili voci dell’opposizione che fu. Vedo la Federazione della sinistra Prc-Pdci. Vedo i Verdi. E Sinistra e Libertà. E le bandiere Idv. E quelle sparute del Pd. E poi i giornali che sempre sono stati presenti in questa piazza con altri colori e altre stagioni: vedo la gloriosa «Unità», «il manifesto» splendido quarantenne acciaccato, e il recente «Terra». Non manca «Liberazione». Maglioni viola, foulard e pantaloni viola sfiorano con un residuo rispetto gli striscioni che promuovono queste tribune sempre più marginali, ma sembra prevalere una più sostanziale indifferenza. Che si tramuta poi in un applauso molto critico, amaro e ironico quando l’attore Andrea Rivera, dal microfono, urla alcune spietate invettive contro quel che rimane della sinistra.
Dall’altro lato della piazza, impassibili, vedo i gruppi giovanili di tendenza Emo e le Gothic Lolitas, che proprio sulle scalinate della chiesa di Santa Maria in Montesanto hanno da tempo localizzato la loro nuvola di depressione, colorata di un altro viola lontano dalla politica. Altrettanto impassibili decine di poliziotti, lì a un passo. Emo e poliziotti, seppure così stridenti, vestono entrambi in uniforme, in fondo.
Proprio nel giorno della manifestazione il quotidiano francese «Le Monde» scrive che l’Italia è arrivata «all’anestesia totale, alla sonnolenza collettiva, alla narcosi», una passività da paese che non fa i conti con la sua eterna autobiografia, il fascismo.
Eppure sento l’applauso della piazza al breve discorso di Mario Monicelli, classe 1915, energico come un ragazzino: «Sono qui per dirvi non mollate, dovete tenere duro, spazzare via tutta la classe dirigente del Paese». È l’applauso di un sottile strato della società italiana. Prezioso ma sottile. È il famoso “ceto medio riflessivo”. Questo tutto sommato è in piazza: un piccolo sismografo che registra movimenti che il grosso della popolazione non avverte ancora, anche se lungo le linee di frattura della società si stanno accumulando energie e tensioni fortissime. Forse «Le Monde» legge questo silenzio come definitivo, mentre sembra solo preludere a un terremoto politico vasto.
La piazza viola è già pronta al giorno in cui il Caimano avrà il suo basta, salvo colpi di coda. Non è però ancora attrezzata per essere l’alternativa. Per cui dovrà studiare la politica e l’analisi della società italiana proiettandola ben oltre la stagione di Silvio B.
Pubblicato su Megachip: QUI.

8 Commenti

  1. Anonimo 28/02/2010 at 15:40

    i troll inquinano manifestazioni giuste con teorie completamente sbagliate con il solo scopo di fornire un mezzo utile per denigrare taluni autori.

    Chi sono i troll? quelli che sparano boiate sensazionali sull'11 settembre 2001 non basandosi sui fatti, quelli che sparano boiate sul signorinaggio, sulle scie chimiche…

    non meritate nemmeno di dire un parola sulla manifestazione del popolo viola!
    Andreste espulsi dal web

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  2. info libera 28/02/2010 at 18:23

    Ognuno non valeva 1? e poi chi sei te per dire cosa ognuno deve poter dire e cosa no. O pensi di poter parlare per conto di migliaia di persone? e chi cazzo sei?.
    Parla per te e non romperci i coglioni.

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  3. info libera 28/02/2010 at 18:24

    *il commento è riferito all'anonimo sopra.

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  4. Pino Cabras 28/02/2010 at 19:07

    Per anonimo:
    Non sai nemmeno definire cos'è un troll. Sai solo esserlo.

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  5. info libera 01/03/2010 at 8:58

    Fra l'altro (tanto per dirne alcune) Di Pietro ha chiamato il signoraggio: "truffa legalizzata". Grillo, che è un'altro dei maggiori promotori di tale iniziativa (tempo fa) ha fatto un post sulla menzogna del'11/9 ed un video sulle porcate che sono venute dopo.
    Sul signoraggio aveva anche fatto uno spettacolo.
    Qundi… via,via sho! troll scassa m**.

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  6. Anonimo 02/03/2010 at 15:56

    Smettetela di sputtanare Grillo e Di Pietro.

    Siete dei troll dell'informazione politica e di internet proprio come negli anni 70 la mafia si infiltrata nei gruppi eversivi spostando i voti verso Andreotti ed il centro.

    http://giornalettismo.ilcannocchiale.it/post/1668680.html

    smettete di diffondere cazzate in meetup solo per sputtanare i movimenti che non sono PD-based

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  7. Pino Cabras 02/03/2010 at 16:38

    Al livido commentatore che si nasconde dietro l'anonimato, sebbene egli sia un tipico "troll" che dà del "troll" agli altri, provo lo stesso a rispondere, contravvenendo al consiglio che di norma i saggi della Rete pronunciano, ossia "non dar da mangiare ai troll".
    1) Innanzitutto non si capisce da cosa egli ricavi l’idea che io mi dedichi a «sputtanare Grillo e Di Pietro». Essendo l’anonimo un analfabeta della comunicazione politica, confonde il concetto di “critica” con quello di “sputtanamento”. In tutte le cose che ho scritto su Di Pietro e Grillo c’è sempre un ragionamento laico e distaccato, sicuramente non entusiasta delle loro figure, ma di certo non distruttivo. Qualunque osservatore che non abbia dei paraocchi può rilevare grandi contraddizioni nel loro agire politico, e di recente anche contrasti fra le loro posizioni, oltre sicuramente a grandi limiti, la cui critica fa parte di una cosa sconosciuta all’anonimo paranoico, ossia la «democrazia», non l’«infiltrazione».

    2) Non ha il minimo senso il link ricopiato dal troll. E’ forse una polemica verso ciò che scrivo? Mi sono forse mai occupato dell’argomento dell’articolo linkato? La risposta è: no. E allora perché lo mette? Ulteriore segno di confusione polemica. Vuole piazzarmi nello stesso sacco di altri suoi bersagli? E’ incapace di distinguere le posizioni individuali? Prima di insultare, anziché guardare le «cazzate» in giro, perché non tenta di provare la vertigine degli abissi guardando dentro se stesso?

    3) La terza ipotesi è davvero surreale. Farei parte di una specie di Spectre che perde tempo nei meetup per screditare chi non è vicino al PD? Ma questo anonimo dalla mente capta ha mai letto una riga di quello che scrivo sul PD? Scrive a casaccio? Se è così scriva da qualche altra parte.

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  8. Anonimo 03/03/2010 at 8:30

    Il troll dice che diffondi cazzate in meetup, Pino? Non è che ti confonde con qualcun altro? Non sarà un livoroso troll di un meetup di Grillo che è stato sbeffeggiato e mortificato da una certa Simonàt?
    Il livello culturale e la scarsa capacità di argomentare mi fanno ricordare una serie di analfabeti che in passato mi sono divertito a scherzare e che se la sono legata al dito. Sarà la vendetta di un cecchino grillista orbo?
    Speriamo continui così ci facciamo quattro risate.
    Allora, cominciamo con gli infiltrati nella mafia (che non erano le supposte alla glicerina di Totò Riina suppongo) e che dovrebbero essere paragonabili a quel "banditaccio elettronico" di Pino. Mi servirebbero nomi e fonti (con parole tue se ti riesce) e poi arriviamo pian pianino e senza voli pindarici su quell'articolo sul signoraggio (che a dir tuo dovrebbe essere tutt'uno con la questione infiltrati invece, secondo me, è solo il risultato del tuo uso smodato di droghe pesanti).
    Tua Simonàt

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