da Megachip.
I segnali sismici registrati l’11 settembre 2001 rivelano l’uso di potenti esplosivi al WTC, secondo uno studio del geofisico francese André Rousseau. Si tratta di una ricerca clamorosa, fatta da un esperto di grande preparazione e lunga esperienza, e basata su dati pubblici già disponibili.
Il Dott. André Rousseau, ex ricercatore del CNRS in geologia-geofisica e specialista in onde acustiche, ha dato il suo consenso a pubblicare un articolo che condensa le sue ricerche e le sue risposte alle domande di ReOpen911.
Ci offre qui il suo punto di vista di specialista sulla questione della distruzione del World Trade Center avvenuta martedì 11 settembre 2001.
Un nuovo studio dei segnali sismici l’11 settembre 2001 a New York
di André Rousseau (*), 20 febbraio 2010
L’11 settembre 2001 sono stati emessi dei segnali sismici durante il lasso di tempo in cui le Torri Gemelle del World Trade Center (la torre nord chiamata WTC1 e la torre sud WTC2 ) furono colpite dagli aerei e sono crollate, nonché durante il collasso dell’edificio 7 del WTC (conosciuto anche come WTC7) che non era stato colpito da alcun aereo.
Tra i numerosi dati sismici pubblicati su questo evento, sono quelli della stazione di registrazione sismica di Palisades, che si trova 34 km a nordest di Manhattan, che sembrano fornire i treni d’onda più adatti a essere interpretati, soprattutto per la precisa determinazione delle loro fonti. I tracciati di questi impulsi di treni di onde, tratti dalle pubblicazioni del Lamont-Doherty Earth Observatory della Columbia University, sono rappresentati nelle figure 1 e le figure 2.
I sismologi però a tutt’oggi si mostrano perplessi nelle loro analisi dei segnali registrati in quell’occasione, tanto grandi sono le contraddizioni, e risultano intrigati in modo particolare dalla presenza di “picchi” sismici prima dei crolli… (vedi Figura 4). Il presente lavoro dunque è dedicato allo studio di questi segnali sismici e ha l’obiettivo di dimostrare che solo se ci si discosta dalle spiegazioni ufficiali è possibile attribuire ai dati in esame una lettura scientifica coerente. Ciò dà luogo a una nuova interpretazione che rende caduche le asserzioni della “versione ufficiale”
I treni d’onda di cui disponiamo sono:
- i segnali delle figure 1a e 1b relativi rispettivamente al momento degli impatti degli aerei contro il WTC1 e il WTC2
- i segnali delle figure 2a e 2b, rispettivamente contemporanei ai crolli del WTC1 e del WTC2,
- il segnale della Figura 2c contemporaneo al crollo del WTC7.
Determinazione/ indeterminazione dell’esatto momento temporale di origine dei segnali
Nei cinque casi, l’origine dei segnali è stata attribuita dai sismologhi che pubblicano tali dati agli impatti aerei o ai successivi crolli riportati dai video (Kim et al., 2001; Irvine, 2001; Hoffman, 2006).
Lo studio della propagazione di tali segnali sismici rientra, per distanze di propagazione e per natura delle fonti, nel campo della geofisica applicata.
Però, in questo tipo di ricerche, i tempi di origine devono essere noti con grande precisione (almeno al millisecondo) per poter calcolare le velocità di propagazione delle differenti onde sismiche.
Questa condizione qui non è presente. Infatti nei nostri casi specifici il riferimento e stato calcolato – per la Torre Nord (WTC1) – utilizzando il video registrato dalla CNN grazie al banner continuo dell’orologio sullo schermo (Hoffman, 2006) e i risultati sono stati comparati a quelli ottenuti con il metodo utilizzato da Lamont (Kim et al., 2001).
Quest’ultimo è consistito nel fissare approssimativamente una velocità di 2 km/s per un’onda di Rayleigh che attraversa più stazioni (vedi figura 3) poste a distanze crescenti dal punto di origine.
Il principale inconveniente di questo procedimento però deriva dal fatto che queste stazioni non si trovano su una linea retta, che i terreni affioranti – in cui si propagano le onde di superficie – sono diversi e quindi non producono la stessa velocità di propagazione.
Infatti, il fiume Hudson si trova su una linea di faglia che separa ad ovest i terreni sedimentari del Triassico e Giurassico con intrusioni di dolerite, il tutto sormontato da sedimenti recenti dell’Olocene, e ad est dall’affioramento di formazioni cristalline e metamorfiche del Proterozoico, del Cambriano e dell’Ordoviciano.
Queste ultime formazioni sono più rapide rispetto a quelle ad occidente, il che spiega come il percorso WTC-MANY, l’unico situato a est dell’Hudson, sia più veloce di tutti gli altri percorsi, situati ad ovest e strettamente legati alla velocità di propagazione della diversa copertura sedimentaria attraversata.
In altre parole, dato che sono situate su formazioni geologiche simili, non sorprende che solo le stazioni di Pasadena a 34 km, di Arny a 67,5 km e di TBR a 51 km abbiano fornito un risultato simile.
Inoltre l’enorme indeterminazione di 2 secondi, attribuita dagli stessi autori dei calcoli (Kim et al. 2001) per la determinazione del momento d’origine di ciascun segnale sismico ci obbliga fin d’ora a prendere le distanze dalle conclusioni ufficiali.
Treni d’onda attribuiti agli impatti sulle Torri (fig. 1a e 1B)
In primo luogo, occorre interrogarsi sul significato di tali segnali in funzione della causa loro attribuita. Mentre questa causa, lo schianto di un aereo, è analoga per le due torri, la magnitudo – riflessa dalle ampiezze – dei due segnali è diversa e l’onda generata non ha la stessa velocità apparente (vedi figure 1a e 1b) nonostante le Twin Towers potessero essere considerate come un insieme unico dal punto di vista spaziale in relazione alla distanza dal sito di registrazione.
Infatti, il calcolo della velocità di propagazione effettuato sulla base dei grafici in figura 1a e 1b, la cui origine è stata fissata al momento dell’osservazione dei rispettivi impatti, indica 2900 m/s per il WTC1 e 2150 m/s per WTC2: verosimilmente si tratta di onde di Rayleigh.
Però anche se molto amplificati, i segnali non sono stati generati dagli impatti contro le torri, in quanto le onde effettivamente prodotte dai due schianti sono state ammortizzate prima di raggiungere il suolo, pur supponendo che si abbia a che fare con le stesse (basse) frequenze … Infatti, le frequenze delle onde generate da esplosivi sono dell’ordine dell’hertz – come nel caso presente -, mentre quelle dovute a percussione sono superiori a 10 Hertz, raggiungendo piuttosto circa i 100 hertz. … Inoltre, la banda passante usata nelle registrazioni citate non consente la registrazione di tali onde.
Quanto alla teoria della oscillazione delle torri, difesa da Irvine (2001) per spiegare questi segnali, questa non regge, perché nel caso si avrebbe un segnale “quadrato” di lunga durata e di ampiezza costante, mentre qui si osserva un segnale “a campana”, indicativo di un impulso forte e di breve durata, particolarmente evidente nel caso del WTC2.
Nella misura in cui risulta geofisicamente impossibile avere due diverse velocità di propagazione per la stessa onda, alla stessa frequenza – in quanto le onde di superficie sono dispersive, vale a dire che le velocità dipendono dalle frequenze – sullo stesso percorso e a pochi minuti di distanza, bisogna arrendersi all’evidenza che le cause presunte delle onde registrate non sono corrette, e che in questo caso non sono connesse agli impatti degli aerei, ma ad un’altra fonte, come l’azionamento di un esplosivo, con un intervallo di tempo non uguale per le due torri in relazione agli impatti degli aerei. Allo stesso modo, la differenza di magnitudo dei due segnali non può che essere collegata a parametri differenti relativi a un volume di esplosivi e/o alla loro distanza dal suolo.
Treni d’onda attribuiti al crollo delle torri (fig. 2a, 2b e 2c)
Mentre per il geofisico le Torri Gemelle hanno all’incirca lo stesso peso,la stessa altezza e larghezza e lo stesso tipo di struttura interna – oltre che lo stesso punto d’ origine delle onde e la stessa distanza dalla stazione di registrazione – i segnali attribuiti al WTC1 (Fig. 2a) e WTC2 (Fig. 2b), invece di essere simili come lo imporrebbe la tesi ufficiale che attribuisce l’origine delle onde sismiche al semplice crollo delle torri, sono in realtà molto diversi in termini di “forma”, di composizione, e in particolare della loro velocità apparente, quella calcolata a partire dall’origine ufficiale.
Infatti, la registrazione relativa al WTC1 mostra i tre tipi d’onda caratteristici di una fonte esplosiva a breve (tipo “Dirac”) contenuta in un materiale solido compatto: un’onda P di velocità 6000 m/s, valore normale per un terreno cristallino o sedimentario molto consolidato (come nel caso del bedrock di Manhattan), una onda S di velocità 3500 m/s e un’onda di superficie di velocità 1800 m/s (onda di Rayleigh).
Questi valori sono compatibili con quelli registrati durante i terremoti o nelle prospezioni sismiche.
Comunque, il tracciato sismico relativo al WTC2 non mostra le onde di volume P e S osservate per il WTC1, ma solamente un’onda di superficie, la cui distribuzione delle ampiezze sulla durata è diversa da quella del WTC1.
In funzione dell’ origine specifica del segnale la velocità di propagazione è anche diversa da quella del WTC1 e pari a 2.125 m/s (onda di Rayleigh). Questa onda appare seguita da una seconda onda di Rayleigh a 4 secondi, intervallo calcolato fra i due “picchi” di ampiezza.
Lo stesso scenario si ripete per il WTC7, dove il calcolo della velocità dell’onda in funzione dell’origine determinata è simile a quello di un’onda di Rayleigh con 2200 m/s. Da notare che qui le ampiezze sono paragonabili a quelli delle onde emesse nello stesso tempo dagli impatti aerei contro le torri . Questa onda appare seguita da una seconda onda di Rayleigh di 6,7 secondi, intervallo calcolato fra i due “picchi” di ampiezza.
In tutti e tre i casi, la forma a “campana” indica una fonte impulsiva e non una vibrazione del suolo dovuta alla caduta dei materiali , del resto di modeste dimensioni, che è durata circa dieci secondi (un tempo molto lungo per un geofisico). Per inciso, c’è da dire che la durata del segnale si allunga propagandosi correlativamente alla sua attenuazione e che questa durata è più lunga per le onde di superficie le quali, essendo dispersive, hanno velocità di fasi differenti. La durata di queste onde non ci fornisce quindi alcuna informazione relativa alla sorgente, al contrario dell’ampiezza e soprattutto della frequenza.
DISCUSSIONE
Innanzitutto sono necessarie alcune considerazioni preliminari. Dobbiamo infatti distinguere le esplosioni sotterranee, subaeree (vicino al suolo, senza toccarlo) e aeree.
Le esplosioni sotterranee sono assimilabili ai terremoti, nel senso che tutta l’energia meccanica è trasmessa al terreno sotto forma di onde di volume, P (onde primarie) e S (onde secondarie) e onde superficiali (Rayleigh e Love) generate dalle precedenti quando queste raggiungono una interfaccia solido- fluida (la superficie di separazione tra la crosta terrestre e l’atmosfera per esempio) (caso 1).
Le esplosioni aeree scaricano tutta la loro energia nell’aria (onde P acustiche), e ciò che ne resta – quando e se raggiungono il suolo – è ormai insufficiente a creare onde di volume … (si possono riscontrare onde di superficie solo su distanze brevi) (caso 2).
Le esplosioni subaeree emettono un’energia che si ripartisce in onde sonore essenzialmente nell’aria, e in onde di superficie nel terreno. Le onde di volume dissipate nell’aria non possono che ritrovarsi assai indebolite nel terreno, ma le onde di superficie sono sempre presenti (caso 3).
In breve, un’esplosione sotterranea non sarà percepita nell’aria, ma il terreno vibrerà e si originerà un tracciato di treni d’onda (onde di corpo e di superficie).
Al contrario, se si sente un’esplosione, come è successo nel nostro caso, se questa è “aerea” non darà luogo a segnali sismici, se invece è subaerea potranno generarsi delle onde di superficie.
Pertanto, possiamo affermare che – contemporaneamente agli impatti degli aerei – presso la base delle torri sono state provocate delle esplosioni cosiddette “subaeree” e il boato che ne è seguito e stato confuso con quello dello schianto degli aerei stessi (caso 3). Le torri sono state così indebolite dalla rottura delle colonne portanti. L’esplosione alla base del WTC1 è stata percepita dal testimone William Rodriguez (2006) [vedi anche Spingola (2005)].
Per quanto riguarda il crollo delle torri, si deve distinguere quella del WTC1 da quelle del WTC2 e WTC7. Il tipo di onde generate da queste due ultime torri è caratteristico di quello di una forte esplosione “subaerea” (caso 3), percepita dai testimoni. Ad esempio, per quanto riguarda il WTC2, un pompiere attesta un’esplosione prima del crollo in un’enorme nuvola di polvere (cfr. [1]), a prima vista non molto lontano dalla base della torre, accompagnata da lampi e boati secondo la testimonianza di un « Assistant-Commissioner» (cfr. [2]). Un altro vigile del fuoco, che si trovava alla base del WTC2,ha rilevato una grande esplosione 20 piani al di sotto della zona d’impatto del velivolo, pochi istanti prima che la sommità della torre crollasse (cfr. [3]).
Queste esplosioni erano troppo in alto per generare nel suolo onde di volume, mentre l’onda di Rayleigh registrata proviene probabilmente soltanto dall’esplosione situata più a ridosso del suolo.
Fra le altre esplosioni sentite alla base del WTC2 (Anonimo, 2009), una di esse ha generato la seconda onda di Rayleigh registrata 4 secondi dopo la prima. È lo stesso fenomeno verificatosi per il WTC 7. Un testimone che osservava questa torre ha sentito una specie di boato come «il fracasso di un tuono» che ha fatto esplodere le finestre verso l’esterno, mentre la base del palazzo in fiamme è crollata un secondo più tardi, prima che tutto il resto della torre ne seguisse il movimento (vedi [4]), aiutata da una seconda esplosione che ha generato un’onda di Rayleigh registrata 6,7 secondi più tardi
Per quanto riguarda WTC1, il cui crollo è iniziato dopo quello del WTC2, nonostante il fatto che fosse stato colpito prima, c’è stata un’esplosione sotterranea (caso 1) che ha preceduto la sua caduta. Questa esplosione non è stata logicamente avvertita dai testimoni alle ore 10,28 EDT, ad eccezione di quelli che si trovavano accanto alla torre (cfr. [5]), ma è stata “percepita” da una telecamera, che riprendendo le immagini della torre ed essendo appoggiata a terra è stata scossa dalla vibrazione del terreno al momento dell’esplosione (si veda [6]).
Tuttavia, è anche logico che le numerose esplosioni mostrate dai filmati ai piani superiori prima e durante i crolli non abbiano prodotto onde sismiche (caso 2) a causa della frammentazione nel tempo dell’energia detonante con moltiplicazione di fonti successive, ciascuna delle quali con impulsi limitati, non sufficienti a generare onde sismiche nel terreno.
Anche se molte demolizioni controllate ben eseguite non creano onde sismiche (airburst, esplosioni aeree, Ndt), è utile confrontare queste osservazioni con i dati sismici ottenuti durante la demolizione controllata del Kingdome a Seattle (vedi Anonimo, 2000) e Oklahoma City (Stati Uniti) (Holzer et al., 1996).
Il caso Kingdome è insolito in quanto era su esplicita richiesta dei sismologi che le esplosioni sono state parametrizzate (perché volevano approfittare dell’occasione), e quella di Oklahoma è dovuta alla ricostruzione di un attentato con l’esplosivo. Questi due esempi rientrano nei 3 casi di cui sopra, presentando una potente esplosione subaerea con conseguente emissione di onde di Rayleigh, e in cui la caduta dei detriti è irrilevante dal punto di vista sismico, anche a distanze minori di 34 km (rispettivamente, meno di 7 e 26 km).
Le altezze e la profondità delle esplosioni delle due torri WTC1 e WTC2 che hanno generato onde sismiche sono diverse. Questo è da mettere in relazione con il fatto che entrambe le torri non sono crollate nello stesso modo: infatti, il tempo intercorso fra l’impatto dell’aereo e il crollo è più lungo per WTC1 (1 ora e 42 minuti) che per WTC2 (56 minuti), e inoltre, mentre la parte superiore del WTC1 comincia a crollare obliquamente, si può affermare che soltanto una potente esplosione sotterranea posta sotto la torre abbia poi permesso a tutto l’ edificio di crollare verticalmente.
Le magnitudo locali ML, che i sismologi hanno calcolato dalle onde di superficie, offrono risultati che confermano la nostra analisi. Infatti, sulla scala Richter, esse sono superiori a 2 per le onde emesse al momento del crollo. Ora è impossibile ottenere una tale magnitudo dalla sola caduta di macerie e soprattutto su un periodo di una decina di secondi!! Anche se l’intera torre fosse stata ridotta a una palla compatta, ci sarebbe voluta una velocità di spostamento “meteoritica”, in ogni caso superiore a quella dovuta alla gravità terrestre, per sperare di raggiungere una tale magnitudo!!
Inoltre, va sottolineato che la magnitudo attribuita all’esplosione sotterranea, quella del WTC1, è ML=2,3 – paragonabile al terremoto in Manhattan del 17 gennaio 2001 (ML=2,4) – mentre la magnitudo relativa all’esplosione subaerea del WTC2 è ML=2,1, quindi più debole, e questo divario – logico per le esplosioni descritte – è particolarmente significativo in scala logaritmica. Questo è da mettere in relazione al fatto che, essendo le torri conformi per massa e altezza, la caduta dei loro detriti avrebbe dovuto generare una magnitudo analoga, se essa fosse stata la sorgente delle onde…
Si noti come la geofisica applicata sia in grado di generare onde sismiche nel terreno, utilizzando fonti impulsive non esplosive di tipo “weight dropping” – che consiste nel lasciar cadere al suolo una massa di 3 tonnellate – o servendosi di “vibratori” ancorati al suolo. Ma le energie delle onde sviluppate nel terreno sono troppo piccole e permettono la loro propagazione per non più di qualche centinaio di metri ..
Relazione onde sismiche/procedimento di crollo
L’osservazione di ciascun crollo delle tre torri dimostra che è stato diverso, e ciò è da correlare all’emissione delle onde sismiche corrispondenti
Il crollo del WTC7 è quello che più si avvicina alla demolizione controllata classica, con crolli consecutivi di piani a partire dalla base dell’ edificio indebolito da una potente esplosione subaerea. Per quanto riguarda le Torri Gemelle, queste in un primo tempo sono state indebolite dalle esplosioni alla base nel momento in cui gli aerei le hanno colpite.
Poi, dobbiamo distinguere la parte dell’edificio situata al di sopra della zona d’impatto degli aerei da quella situata al di sotto.
Se le onde sismiche non hanno potuto essere generate dalle esplosioni visibili ai piani e che hanno provocato i crolli graduali dal basso verso l’alto al di sopra della zona d’impatto e dall’alto verso il basso al di sotto di questa zona, è solo a causa di una potente esplosione situata al piano terra dell’edificio per il WTC2 e di un’altra , sotterranea per il WTC1, che hanno accelerato il processo di tracollo totale emettendo le onde sismiche studiate.
Con ogni probabilità, del resto è stata proprio l’esplosione sotto il WTC1 che, facendo crollare l’edificio dalla base, ha “riposizionato” in verticale la traiettoria inizialmente obliqua del crollo della sommità del WTC1
Conclusioni
Al momento dell’impatto degli aerei contro le Torri Gemelle e del crollo di queste ultime, così come di quello del WTC7, sono state generate onde sismiche. Nella misura in cui (1) le onde sismiche non sono create che da impulsi brevi (2), dove le basse frequenze sono ascrivibili a un’energia (magnitudo) paragonabile a quella di un terremoto strumentale, queste onde rivelano indubbiamente una origine esplosiva. Anche se gli impatti degli aerei e il crollo dei detriti delle torri al suolo sono stati in grado di generare onde sismiche, in primo luogo la loro magnitudo era insufficiente per essere registrata a 34 km, e in secondo luogo non potevano che essere omogenee.
Ora, i segnali sismici mostrano differenze significative nella loro composizione e nella magnitudo e soprattutto in termini di velocità di propagazione sebbene il loro percorso sia comunque identico in condizioni identiche. Poiché questa differenza è fisicamente inspiegabile nel quadro della versione ufficiale, si deve rimettere in discussione il calcolo delle velocità effettuato a partire da un punto di origine dedotto da immagini video. Non si può che concludere che in realtà la fonte (esplosiva) è stata attivata manualmente quindi con uno sfasamento variabile per ciascuna delle origini in relazione ai video.
La composizione delle onde è indicativa dell’ubicazione della sorgente e la magnitudo dipende dall’energia trasmessa al suolo. L’origine sotterranea delle onde emesse al momento del crollo del WTC1 è dimostrata dalla presenza di onde di volume (P e S), a cui si aggiungono quelle di superficie (onde di Rayleigh), che sono presenti in tutti e cinque i casi.
La posizione della sorgente delle altre quattro esplosioni è subaerea, come dimostrato dalla presenza di onde di Rayleigh.
Le esplosioni aeree visibili sul video ai piani superiori delle Torri Gemelle non procurano onde sismiche a 34 km di distanza dalla sorgente.
Vi è un fattore dieci tra la potenza delle esplosioni contemporanee agli impatti degli aerei contro le Torri Gemelle (così come quella contemporanea al crollo del WTC 7) e la potenza di quelle – le più forti – contemporanee al loro crollo, di cui quella relativa all’esplosione sotterranea del WTC1 ha trasmesso al suolo la maggior quantità d’energia.
Si noti anche che, nella misura in cui le onde di superficie sono dispersive (la velocità dipende dalla frequenza), la durata del segnale registrato non è rappresentativa della durata del segnale alla fonte.
Infine, la demolizione controllata di tre torri, suggerita dalle testimonianze oculari e uditive, nonché dalle osservazioni sulla loro caduta, è dunque dimostrata anche dall’analisi delle onde sismiche emesse al momento degli impatti degli aerei e al momento dei crolli.
(*) André Rousseau ha conseguito un dottorato di Stato francese. Si è ritirato dal CNRS, dove ha studiato in particolare le relazioni tra le caratteristiche delle onde meccaniche progressive e la geologia. Ha pubblicato numerosi articoli in geofisica a revisione paritaria (peer to peer) e partecipato a numerose conferenze, comprese quelle con comitato di selezione.
In questo articolo mette in evidenza che le onde sismiche registrate l’11 settembre a New York sono il risultato di esplosioni sotterranee e subaeree che partecipano alla demolizione controllata delle Torri Gemelle e dell’Edificio 7.
FIGURE
(Si noti che per ragioni di leggibilità, queste figure sono riprese senza modificazioni delle scale, le quali sono in un rapporto da uno a dieci fra le registrazioni al momento del crollo dei WTC1 e WTC2 e quelle al momento degli schianti, così come per la registrazione avvenuta al crollo del WTC7).
Onde emesse al momento del crollo delle torri
André Rousseau ha scritto – nel corso di oltre quarant’anni di carriera – decine di lavori specialistici in materia di geologia-geofisica, sismologia e onde acustiche, incluse svariate opere soggette a revisione paritaria (peer review). Alcuni suoi testi sono accessibili sul web.
http://fr.arxiv.org/ftp/physics/papers/0502/0502135.pdf, ccsd-00004334
La versione francese di questo articolo:
Su ReOpen911: http://reopen911.info/11-septembre/etude-des-signaux-sismiques-le-11-septembre-2001-a-new-york.
Su AgoraVox: http://www.agoravox.fr/actualites/international/article/des-signaux-sismiques-revelent-l-70808.
Traduzione per Megachip a cura di Emanuela Waldis e Pino Cabras.