Berlusconi, la Pace e la memoria della Prima Repubblica

Silvio Berlusconi ha parlato a urne aperte, il che mi fa pensare che le bordate che ha dato alla posizione dominante della politica istituzionale italiana in tema di guerra fossero un richiamo lanciato a un elettorato che invece è larghissimamente pacifista, tanto ci penserà un immancabile atto di spegnimento del pompiere Tajani. Nel cinico campionario dei calcoli del personaggio ci sta.

Ma credo ci sia dell’altro.
Berlusconi non è soltanto uno dei “pilastri” della decadente Seconda Repubblica, ma uno dei più anziani testimoni del potere della Prima Repubblica, quando – accanto a pratiche politiche ed economiche spregiudicatissime – sopravviveva un senso del bene comune che non schiacciava totalmente gli interessi dell’Italia sull’atlantismo più ottuso. Una posizione di buon senso che andrebbe incoraggiata. Ma temo prevarrà l’interventismo suicida di una classe dirigente che ha perso anche la memoria del più fioco barlume di sovranità.

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