Chiudere i nuraghi del Sulcis contraddice gli slogan della Regione

 
La chiusura dei cantieri archeologici del Nuraghe Sirai contraddice lo slogan ‘la Sardegna verso l’Unesco’ che la Regione ha lanciato qualche giorno fa. L’assenza di questi siti, peculiari e identitari del Sulcis, sottrae questo particolare territorio ai canali che gli assicurerebbero una forte visibilità. Su questo ho depositato un’interrogazione parlamentare assieme ai deputati sardi di L’Alternativa c’è, Emanuela Corda e Andrea Vallascas.
La chiusura dei cantieri è dovuta a una scelta ben precisa della Regione, la quale ha deciso di non inserire i siti nel nuovo bando di affidamento servizi. Questo pregiudica la collocazione dei nuraghi all’interno dei canali Unesco, senza cui decadono i molti potenziali benefici che un bene come il Nuraghe Sirai potrebbe produrre per tutto il territorio del Sulcis.
Oltre al danno economico e d’immagine c’è anche un altro grosso problema. Come hanno denunciato archeologi e maestranze, la chiusura porterà a una accelerazione del processo di degrado dei beni culturali, compromettendone la loro conservazione e fruizione pubblica.
Stiamo parlando di importanti luoghi storici, custodi della memoria collettiva e privata. Non possiamo chiuderli e buttare via la chiave.

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