Il cammino delle buone idee. Devitalizzare il debito. Fare i CCF.

Le buone idee camminano, hanno i piedi instancabili e la testa dura. Prendete l’intervista rilasciata oggi dal presidente del Parlamento europeo, David Sassoli. Espone un concetto che qualche anno fa esprimevamo in pochi, perfino derisi dai giornaloni, per non parlare dei partiti politici tradizionali il cui credo era l’Europa del rigore “austeritario”. Il concetto che finalmente ha camminato anche nelle stanze frequentate da Sassoli è che sia necessario e possibile cancellare i debiti contratti dai governi per rispondere al Covid. Ciò che prima era tabù, ciò che faceva puntare il dito contro quello che proponevamo da tanti anni, adesso all’improvviso diventa possibile.

Lo dicevamo da molto tempo, nel silenzio ottuso dei giornali mainstream. La base monetaria derivante dalla porzione di debito pubblico detenuta dal settore bancario dell’Eurozona è stata creata semplicemente dal nulla per favorire gli scambi commerciali dentro il sistema economico. L’emittente non ha sostenuto il peso di nessun “sacrificio” per procurare tale moneta e perciò non ci sono ragioni economiche indispensabili affinché gli sia rimborsata. In altre parole: che succede se la Banca Centrale Europea cancella i crediti che vanta nei confronti degli Stati membri? Assolutamente niente di niente.

Una volta che questa verità incredibilmente semplice si fa strada anche nelle menti di chi ha predicato l’austerity per decenni, si apre un mondo di possibilità. E perfino Sassoli, dopo averne teorizzato a lungo la necessità, ora scopre che il MES sarebbe la soluzione più stupida che un paese europeo potrebbe adottare.

Beh, Calenda si è arrabbiato con Sassoli. In un tweet dal crescendo apocalittico scrive: «Diciamo che dovresti anche spiegare in che modo David, perché se cancelli i debiti i creditori vanno a gambe all’aria. E se vanno a gambe all’aria i creditori, l’economia salta. E se salta l’economia aumentano i poveri.»

Calenda è uno che ci dà dei cialtroni un giorno sì e l’altro pure. Lui. Uno che non capisce che chi emette la moneta, cioè la BCE, non può fallire per definizione. La moneta non è più legata ad una merce scarsa e non è più una merce scarsa (tipo oro) ma una convenzione basata sulla fiducia. Quindi se il creditore è chi la emette non c’è nessun problema a cancellare quel debito. Non ci sono gnomi con il cappello a punta che scavano nelle miniere di euro in qualche montagna della Selva Nera. Ci sono impiegati che fanno clic in alcuni computer di Francoforte. E con un altro clic chiudono il cerchio che hanno aperto. Si chiama monetizzazione del deficit. È roba da manuale di testo. Roba elementare. Il fatto che Calenda dimostri di non saperlo fa di lui un perfetto incompetente. La Banca Centrale in un’economia moderna può monetizzare i deficit pubblici. Il deficit può essere coperto emettendo titoli di debito o con moneta emessa dalla Banca Centrale. E se questa cancella i titoli del debito pubblico acquistati è come se stesse monetizzando ex post.

Solo in un senso molto indiretto verrebbero penalizzati dei creditori, in linea teorica. Potrebbe cioè accadere che la monetizzazione del deficit causi spinte inflattive e svaluti in termini reali i rapporti di debito/credito. Solo che c’è un piccolo particolare: siamo appresso alla deflazione, altro che inflazione. L’inflazione non si vede nonostante veniamo da cinque anni di Quantitative Easing.

Cancellare il debito equivale a una proroga perpetua dei titoli acquistati dalla BCE, posto che potremmo perfino arrivare a rendere perpetui i titoli in pancia alla BCE, in modo che siano da non restituire mai. In che modo?

Si potrebbe trasformare questo debito in uno stock perpetuo infruttifero. L’ammontare nominale di debito rimarrebbe intatto ma non maturerebbe nessun interesse. Possiamo paragonare l’operazione alla devitalizzazione di un dente. Quel molare che ci aveva fatto tanto penare è sempre lì ma ora è praticamente morto. Il debito si vede sempre, ma non è vitale e non dà più guai perché è soltanto una semplice partita contabile.

Aggiungo che la soluzione della “devitalizzazione” del debito si combina perfettamente con la proposta di legge di cui sono primo firmatario, che prevede l’introduzione graduale di una piattaforma di Certificati di Compensazione Fiscale (CCF), una quasi-moneta complementare fiscale, che ridurrebbe gradualmente il fabbisogno di nuova raccolta denominata in Euro, a vantaggio dell’aumento della circolazione di una liquidità extra di cui tutto il sistema economico ha assoluto bisogno.

Ripeto. Le buone idee camminano, hanno i piedi instancabili e la testa dura. E anche i CCF camminano e diventeranno una scelta. La scelta meno dolorosa e più praticabile, tanto più che – a differenza dalle altre soluzioni immaginate da Sassoli nella sua intervista – non richiederebbe alcuna revisione dei Trattati europei.

Aiutiamoci tutti a farla diventare una realtà pratica in tempi rapidi.

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