La pace è irraggiungibile?

di Pino Cabras – da Megachip

Vi presentiamo un documento filmato sulle questioni irrisolte della Terrasanta, un lavoro giornalistico televisivo di esemplare chiarezza. È andato in onda il 25 gennaio 2009 su una delle ammiraglie del giornalismo televisivo americano, la trasmissione “60 minutes” della CBS. La rete di traduttori Tlaxcala ha aggiunto i sottotitoli in italiano. Il taglio è finalmente oggettivo, il tema dei territori palestinesi occupati assume una sua concreta corporeità, la troupe è andata dove doveva andare, non si sente quel maledetto veleno della propaganda che ci inquina ovunque l’informazione mainstream metta mano a questa vicenda.

I neocon sono andati in letargo, e comincia a emergere l’impensabile: qualche sprazzo di verità, qualche risveglio in tv. La fase letargica continua tuttavia nel mainstream nostrano.

I costi di un reportage come questo, seppure con una squadra attrezzata di tutto punto, i viaggi, i documenti di repertorio, sarebbero stati alla portata della Rai. Ovviamente la Rai non ha prodotto nulla di simile, pur avendone i mezzi. Non l’ha fatto nemmeno Pandora, ma questa i mezzi non ce li ha, per ora. Perciò è importante averli. Per chi crede nella forza dell’informazione.

Quindi cosa succede? Per la gran gioia di chi ama il web, si moltiplicano i siti che meritoriamente riprendono il video. Come Luogocomune, Mirumir e tanti altri. Alla fine, centinaia di migliaia di italiani vedranno il filmato. Saranno però milioni, tante volte di più, a non vederlo mai. Non potranno essere raggiunti in modo diretto.

Nel frattempo, sia come sia, invitiamo a vedere e a diffondere questo programma. È un buon punto di partenza per capire che la questione israeliana e palestinese terrà ancora banco. Abbiamo detto che l’inchiesta è «sulle questioni irrisolte della Terrasanta». In realtà emerge una cosa più preoccupante: che forse si tratta di «questioni “irrisolvibili”», di fronte alle quali si pongono vari tentativi di soluzione, ognuno a suo modo capace di distruggere perfino i pessimi equilibri esistenti, con costi umani su scala più vasta e tragedie storiche. Pulizia etnica, apartheid, democrazia da “una testa un voto” sono altrettante “soluzioni distruttive”. I filosofi avrebbero un esempio concreto per spiegare il concetto di “aporia”. Di certo 12 minuti di buon giornalismo ci spronano a non abbruttirci al punto di accontentarci delle spiegazioni correnti.

Buona visione.

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