Nuovo ponte di Sant’Antioco: «Un’opera sproporzionata»

(immagine da Sardinia Post)

Nuovo ponte di Sant’Antioco. La mia INTERROGAZIONE PARLAMENTARE ai ministri Toninelli, Di Maio e Lezzi: “L’opera è sproporzionata, meglio utilizzare le risorse per migliorare la viabilità, bonificare le aree ex Sardamag e rilanciare la portualità”.

Approda in parlamento la vicenda del nuovo ponte di Sant’Antioco, un’opera inutile quanto mastodontica, lunga due chilometri, sostenuta da 25 piloni, prevista dall’accordo siglato tre anni fa tra Governo, Regione e Anas, e dai costi faraonici: ben 57,5 milioni di euro. Con una interrogazione chiedo ora ai ministri Toninelli, Di Maio e Lezzi (responsabili rispettivamente dei dicasteri dei Trasporti, dello Sviluppo Economico e per il Sud) se non ritengano l’opera “sproporzionata, altamente impattante ed eccessivamente onerosa”, e se invece non sia più opportuno recepire le proposte formulate dal Comitato Civico Porto Solky che permetterebbero un notevole risparmio di risorse e il miglioramento di tutta la viabilità del Sulcis.

Secondo il Comitato infatti, la realizzazione di un nuovo ponte è inutile, posto che quello tuttora in funzione, così come certificato dai tecnici, è in buone condizioni e può essere facilmente riqualificato con una spesa preventivata in un milione e 300 mila euro. Con gli oltre 50 milioni stanziati per il nuovo ponte invece, il Comitato ha proposto un piano alternativo per riutilizzare le risorse, oltre che per la manutenzione del ponte esistente, per la messa in sicurezza della strada statale 126 nel tratto Carbonia-Sant’Antioco, e per la realizzazione dell’anello di raccordo tra le provinciali 2 e 75 e la statale 126.

Ma secondo il Comitato, con i fondi stanziati per il ponte si potrebbero anche bonificare le aree ex Sardamag e realizzare l’infrastrutturazione primaria del nuovo porto polifunzionale di Sant’Antioco sul versante del Golfo di Palmas. Per questo motivo nella mia interrogazione chiedo inoltre ai tre ministri “quali iniziative il Governo intenda intraprendere per la realizzazione di una nuova infrastrutturazione delle aree portuali di Sant’Antioco e per la bonifica e il recupero delle aree ex Sardamag, in funzione di nuove opportunità di sviluppo e occupazionali in una delle province italiane col più alto tasso di disoccupazione”. La costruzione del nuovo ponte impedirebbe infatti la realizzazione di un polo della nautica da diporto, così come previsto dal Piano Sulcis.

La vicenda del nuovo ponte di Sant’Antioco parte nel 2012, quando l’accordo tra Governo, Regione e Anas portò alla progettazione di una nuova struttura lunga 800 metri e dal costo di 19 milioni di euro. Successivamente il progetto fu modificato fino a prevedere la realizzazione di un imponente viadotto contro cui si sono mobilitati sia Comitato Civico Porto Solky che il Consiglio comunale di Sant’Antioco che lo scorso 6 marzo ha disposto una rimodulazione del progetto a favore di una riqualificazione del ponte attuale, la realizzazione di una circonvallazione meno impattante rispetto a quella attualmente prevista e la realizzazione del nuovo porto polifunzionale.

“In seguito delibera del Consiglio comunale di Sant’Antioco, l’Anas ha tuttavia sottoposto il progetto del mega ponte al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, il cui parere non risulta a oggi pervenuto. In assenza di una sua risposta entro 90 giorni, il parere sarà considerato favorevole. C’è quindi ancora il rischio che l’opera possa essere realizzata”.

Ai contenuti della mia interrogazione si oppone il sindaco di Sant’Antioco, Ignazio Locci, che in una nota lamenta una mia presunta scorrettezza istituzionale perché ho dato retta ai comitati civici (che definisce chissà perché “finti”) anziché agli atti del suo Comune. E mi invita a studiare. Posso dirgli che ho studiato e vedo quel che vedo: ciò che il sindaco Locci difende è un’opera fuori scala, sovradimensionata rispetto al bacino di utenza, ambientalmente insostenibile, inutilmente costosa. Meglio stanziare le risorse previste in altre direzioni in grado di qualificare la stessa area.

Approda in parlamento la vicenda del nuovo ponte di Sant’Antioco, un’opera inutile quanto mastodontica, lunga due chilometri, sostenuta da 25 piloni, prevista dall’accordo siglato tre anni fa tra Governo, Regione e Anas, e dai costi faraonici: ben 57,5 milioni di euro. Con una interrogazione chiedo ora ai ministri Toninelli, Di Maio e Lezzi (responsabili rispettivamente dei dicasteri dei Trasporti, dello Sviluppo Economico e per il Sud) se non ritengano l’opera “sproporzionata, altamente impattante ed eccessivamente onerosa”, e se invece non sia più opportuno recepire le proposte formulate dal Comitato Civico Porto Solky che permetterebbero un notevole risparmio di risorse e il miglioramento di tutta la viabilità del Sulcis.

Secondo il Comitato infatti, la realizzazione di un nuovo ponte è inutile, posto che quello tuttora in funzione, così come certificato dai tecnici, è in buone condizioni e può essere facilmente riqualificato con una spesa preventivata in un milione e 300 mila euro. Con gli oltre 50 milioni stanziati per il nuovo ponte invece, il Comitato ha proposto un piano alternativo per riutilizzare le risorse, oltre che per la manutenzione del ponte esistente, per la messa in sicurezza della strada statale 126 nel tratto Carbonia-Sant’Antioco, e per la realizzazione dell’anello di raccordo tra le provinciali 2 e 75 e la statale 126.

Ma secondo il Comitato, con i fondi stanziati per il ponte si potrebbero anche bonificare le aree ex Sardamag e realizzare l’infrastrutturazione primaria del nuovo porto polifunzionale di Sant’Antioco sul versante del Golfo di Palmas. Per questo motivo nella mia interrogazione chiedo inoltre ai tre ministri “quali iniziative il Governo intenda intraprendere per la realizzazione di una nuova infrastrutturazione delle aree portuali di Sant’Antioco e per la bonifica e il recupero delle aree ex Sardamag, in funzione di nuove opportunità di sviluppo e occupazionali in una delle province italiane col più alto tasso di disoccupazione”. La costruzione del nuovo ponte impedirebbe infatti la realizzazione di un polo della nautica da diporto, così come previsto dal Piano Sulcis.

La vicenda del nuovo ponte di Sant’Antioco parte nel 2012, quando l’accordo tra Governo, Regione e Anas portò alla progettazione di una nuova struttura lunga 800 metri e dal costo di 19 milioni di euro. Successivamente il progetto fu modificato fino a prevedere la realizzazione di un imponente viadotto contro cui si sono mobilitati sia Comitato Civico Porto Solky che il Consiglio comunale di Sant’Antioco che lo scorso 6 marzo ha disposto una rimodulazione del progetto a favore di una riqualificazione del ponte attuale, la realizzazione di una circonvallazione meno impattante rispetto a quella attualmente prevista e la realizzazione del nuovo porto polifunzionale.

“In seguito delibera del Consiglio comunale di Sant’Antioco, l’Anas ha tuttavia sottoposto il progetto del mega ponte al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, il cui parere non risulta a oggi pervenuto. In assenza di una sua risposta entro 90 giorni, il parere sarà considerato favorevole. C’è quindi ancora il rischio che l’opera possa essere realizzata”.

Ai contenuti della mia interrogazione si oppone il sindaco di Sant’Antioco, Ignazio Locci, che in una nota lamenta una mia presunta scorrettezza istituzionale perché ho dato retta ai comitati civici (che definisce chissà perché “finti”) anziché agli atti del suo Comune. E mi invita a studiare. Posso dirgli che ho studiato e vedo quel che vedo: ciò che il sindaco Locci difende è un’opera fuori scala, sovradimensionata rispetto al bacino di utenza, ambientalmente insostenibile, inutilmente costosa. Meglio stanziare le risorse previste in altre direzioni in grado di qualificare la stessa area.

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