Bi-Zedda e Bi-Poetto

 
Cagliari si prepara al voto per le comunali di giugno. La somiglianza antropologica fra le proposte del centrodestra e del centrosinistra, che si sono alternate al governo della capitale sarda, ha perfino un esito onomastico: si chiamano entrambi Zedda (Alessandra e Massimo). Un Bi-Zedda, dunque.
Ecco dunque una candidatura a due teste in grado di assicurare continuità al ceto politico di una città diventata un laboratorio di gentrificazione che ha inaridito il tessuto sociale e culturale.
L’ entità Bi-Zedda naturalmente è entusiasta della candidatura. L’una riempie i muri di grandi manifesti con la sua faccia. L’altro riempie le conferenze stampa di proposte sovraeccitate: sa che la fantastica spiaggia urbana di Cagliari, il Poetto, piace a tutti; perciò propone di fare un Secondo Poetto, qualunque cosa significhi. Dal Bi-Zedda al Bi-Poetto, insomma.
Il mondo Bi-Zedda ha una strada segnata e sempre quella propone, la stessa che da decenni espelle le famiglie verso la ciambella di borghi che circonda Cagliari, una città sempre meno a misura delle famiglie di una classe media in via di impoverimento.
C’è uno spazio per una proposta diversa.

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