Dai milioni ai trilioni: il capitalismo finanziario e la distanza dalla realtà

 
La buonuscita da 100 milioni dell’amministratore delegato di Stellantis in fondo è meno dello 0,2% dei 56 miliardi (56mila milioni) di premio che Elon Musk si è fatto attribuire dal suo consiglio di amministrazione, fermato solo da un giudice che gli dice – anche se lui strepita – che forse è un po’ troppino. In entrambi i casi l’impazzimento numerario della finanza non riflette i valori materiali e industriali sottostanti.
La partita del capitalismo finanziario si gioca su un piano irreale, ancorché pieno di ricadute sulla realtà.
Aggiungo che non dobbiamo farci distrarre dai numeri strabilianti della cronaca di ieri. In fondo Tavares e Musk sono – dal lato industriale – soltanto i volti esposti delle pubbliche relazioni di giochi ancora più grandi in mano alla grande finanza, la quale si muove su volumi ulteriormente più smisurati, più astratti e concettualmente inafferrabili per il resto della popolazione del pianeta. Lì i super-fondi dei padroni universali si muovono sulla scala dei trilioni (cioè dei milioni di milioni), una dimensione che li spinge a pensare come fattibile ogni spinta antiumana.
Detto questo, a Tavares, pur così povero rispetto a queste scale nozionali del dio dollaro, non farebbe male un sano esproprio e la sperimentazione di una sana redistribuzione della sua liquidazione presso tremila famiglie.

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