Emergenza Emergency

di Pino Cabras – da Megachip.

L’arresto del personale di Emergency in Afghanistan – ottenuto con il passepartout della guerra al terrorismo – elimina ancora un altro ostacolo al grande bagno di sangue nel vicino e medio oriente. I servizi segreti di varie latitudini aumentano la pressione sulle voci che discordano dallo schema voluto da Bush e continuato da Obama.

In questo schema il peso dell’intelligence nella macchina investigativa è enorme, e sempre pronto a servire e integrarsi nella macchina bellica degli occupanti.
L’attività investigativa è profondamente manipolata. È notizia di questi giorni che centinaia di prigionieri di Guantanamo erano innocenti, che l’intelligence lo sapeva, i vertici dell’amministrazione USA lo sapevano, eppure non facevano niente di niente per portarli via dal gulag caraibico: le piste false non dovevano essere smontate, pena il crollo di tutta l’impalcatura ideologica della guerra, che aveva bisogno di rappresentare i corpi di interi eserciti di terroristi.
Oppositori, insorgenti, e perfino persone ignare, ricevevano l’indelebile marchio del “terrorista”, il ceffo demoniaco da combattere in condizioni eccezionali: con nuove leggi, con un nuovo apparato giuridico che rigettava unilateralmente persino il diritto di guerra tradizionale.
Fondamentale in tutto ciò è stata un’opera di intossicazione dei media. Apparati dotati di enormi mezzi hanno inserito nel circuito dell’informazione una grande mole di notizie false.
Oggi le vittime dirette sono gli operatori dell’organizzazione fondata da Gino Strada. Anni di impegno concreto di Emergency per salvare vite umane e testimoniare il fallimento della guerra rischiano di essere devastati da questa ampia operazione in cui ogni notizia di fonte ufficiale è pateticamente sospetta. La regia dell’operazione ha provato persino a negare il coinvolgimento delle forze della NATO, ma i video l’hanno smentita in poche ore. La presenza diretta delle forze occupanti consente ogni inquinamento, ogni falsa traccia, ogni ritrovamento fasullo d’armi in stile G8 di Genova.
E ora, i media ripetono pappagallescamente l’imbeccata del giornale di Murdoch «Sunday Times» sugli italiani che «hanno confessato». Notizia ricavata da «fonti ufficiali afghane», ossia dai funzionari di uno Stato fallito al servizio degli invasori. Lo stesso tipo di funzionari che aveva tenuto in prigione per mesi Ramatullah Anefi, il mediatore della liberazione di Daniele Mastrogiacomo, con la falsa accusa di essere il mandante del sequestro e di averlo incontrato diverse volte durante la sua prigionia.
Non fatevi distrarre da Frattini, Gasparri, e qualche giornalista leccapiedi. Possiamo esporci nella previsione più sensata che si possa fare: la notizia della “confessione” potrà ridursi al massimo al fatto che gli operatori avranno ammesso di conoscere esponenti dei combattenti taliban, cioè una cosa normalissima per chi voglia attivare in modo non schierato il soccorso medico in un territorio flagellato dalla guerra, quel che Emergency pratica fin dall’inizio.
È scandaloso vedere però che l’imprinting mediatico sulle prime pagine è quello dell’«hanno confessato». Facce di italiani puliti e coraggiosi vengono così lordate vergognosamente da ipotesi complottistiche inverosimili, timbrate da cancellerie paranoiche. Il ministro Frattini fa la sua parte per intimidire Strada con un «qui non si parla di politica» da ufficetto anni trenta.
Bisogna invece con forza parlare di politica e denunciare ORA le stragi e i massacri, a questo punto chiaramente pianificati, che ci saranno DOMANI, in aggiunta a quelli terribili di ieri.
Perché, o uno crede a Frattini, che ha steso tappeti rossi davanti ai bugiardi che hanno massacrato Iraq e Afghanistan, oppure crede a Gino Strada, che ha denunciato le bugie di guerra nelle strutture che ora Frattini manda allo sbaraglio, mentre cuciva come poteva il 40% delle vittime di quelle bugie: i bambini.
Il 5 per mille a Emergency è una prima risposta forte che tutti possiamo dare proprio in queste settimane.

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