DSA: nuove oppressioni ammantate di legalità

 
di Pino Cabras.
Pochi giorni fa è entrata in vigore una nuova normativa dell’UE sui servizi digitali (Digital Services Act – DSA), sollevando enormi preoccupazioni sulle sue potenziali implicazioni. Molti temono che la nuova legge limiterà la libertà di parola. Sono stato intervistato in proposito dall’emittente iraniana in lingua inglese Press TV.
Ho spiegato che – come molte costruzioni giuridiche dell’Unione Europea nel corso della sua storia – anche il DSA sembra nascondere i suoi veri obiettivi mentre si riveste di buone intenzioni contro la disinformazione, perché lascia immensi margini interpretativi che aprono la porta al puro arbitrio, agli abusi, a cambi di paradigma che rendono tutti più dipendenti da burocrazie irresponsabili. Il rischio maggiore è che si creino delle vie amministrative opache per aggirare diritti e norme che fin qui hanno avuto una solenne protezione nelle norme di rango costituzionale.
Mi viene in mente una frase di Clive Staples Lewis: «Di tutte le tirannie, quella esercitata per il bene della vittima è la più oppressiva; meglio vivere sotto ladri, che sotto invadenti moralisti onnipotenti. Chi ci tormenta per il nostro bene non smetterà mai, perché lo fa con l’approvazione della propria coscienza.»
Intanto, buona visione.

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