I bambini invisibili di Tele Netanyahu

 
Ho guardato il notiziario di uno dei tanti canali di Tele Netanyahu, il Tg1. Bene, prima di parlare dei bombardamenti a tappeto di Gaza (dove la catastrofe è moltiplicata dal fatto che gli occupanti tagliano la luce, l’acqua, le fogne, gli ospedali), questo terminale di veline dei servizietti segreti ha impiegato ben dodici minuti dodici, che ha dedicato per intero alla visuale israeliana.
Naturalmente l’apertura era tutta – di nuovo – per i “quaranta bambini decapitati”, ritornati a essere una certezza adamantina dopo che erano stati smentiti da militari e giornalisti. Solo che la verità è una cosa troppo seria per lasciarla a loro: deve tornare in mano alla politica. Così la fonte numero uno per Tele Netanyahu – guarda un po’ – è proprio l’ufficio di Netanyahu, il quale pubblica le foto di tre bambini smembrati e bruciati. La fonte numero due – guarda ancora un po’ – è un quotidiano vicino a Netanyahu, che dice di avere qualche foto verificata.
Che dire, non mancherebbero le foto di infanti freschi di macellazione, in questi giorni. Sui canali Telegram mi arriva da giorni ogni forma di orrore, fatta di pezzi di bambini anneriti tenuti in mano da mani di giovani genitori palestinesi disperati che tentano la fuga impossibile dalle bombe al fosforo dell’aviazione israeliana. Ci sono migliaia di smartphone per migliaia di scatti e video macabri, finché a Gaza ci sarà corrente elettrica. La carne di pupetto bruciacchiata è una materia prima smisurata e visibile, che su Tele Netanyahu diventa invisibile. Lì può arrivare però qualche immagine statica, infinitamente manipolabile, di fronte alla morte che rende uguali tutti i poveri corpicini.

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