I trattori della locomotiva

di Francesco Forciniti.
 
La locomotiva d’Europa, la ricca Germania che ha spadroneggiato nel vecchio continente da Maastricht in poi, è oggi paralizzata da migliaia di agricoltori che marciano in trattore verso la capitale Berlino, per protestare contro le misure di austerity varate dal governo federale che mettono a rischio la sopravvivenza delle piccole aziende agricole.
Con modalità per certi versi simili, pochi mesi fa anche la Francia veniva messa a ferro e fuoco dalle manifestazioni di piazza dopo la decisione di Macron di aumentare l’età pensionabile scavalcando il Parlamento.
Sono i segnali incontrovertibili del declino economico-sociale dei due Paesi più ricchi e potenti dell’Unione Europea, quelli che hanno sostanzialmente retto le fila dei suoi perversi meccanismi, e oggi sono certamente i maggiori responsabili – perché sarebbero state le voci più forti in grado di opporsi – del processo di impoverimento, degrado, disagio e deindustrializzazione verso cui tutto il continente sta andando incontro obbedendo servilmente ai diktat americani.
E sono anche il segno di come i diritti e le conquiste economico-sociali del dopoguerra stiano venendo meno un pezzo alla volta, del fatto che le disuguaglianze stiano crescendo, il ceto medio stia sparendo, i popoli stiano perdendo terreno mentre le élites accentrano presso di sé potere e ricchezza, la pace sociale (e non solo quella) sia a repentaglio. Cioè l’esatto contrario di ciò che ci avevano detto sarebbe successo con la creazione dell’Unione Europea.
 

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