Il mantra del “mangiate insetti”

Un rapido giro fra i canali televisivi mi ha fatto capire che il “mangiate insetti!” si sta versando rapidamente nello stampino dei mantra audiovisivi, con lo stesso circo di opinionisti che ci vendeva a forza i farmaci dei boss di Davos, ci vende le armi dei boss di Davos e che ci venderà la spazzatura alimentare pressata dei boss di Davos, tutti pronti a martellare sul tema, a crocifiggere in tv le voci dissonanti in uno studio tonnara, a zittire l’analisi di scienziati coscienziosi per passare alla banalisi di personaggi grotteschi tipo l’onnipresente Boralevi (che stasera ci voleva convincere che insetti è solo un nome repellente ma se li chiamiamo con un appellativo gradevole, mmm, pancia mia fatti capanna!). E Mario Tozzi che faceva due conti idioti su quanta acqua consuma una mucca mentre le bistecche sintetiche di Bill Gates consumano meno e tanto ci penserà in piena libertà il mercato, senza porsi il problema che le nuove catene economiche distruggeranno intere economie. E tutti a gioire per lo sdoganamento delle larve, che qualche servo a Bruxelles poi renderà normali come ingrediente già presente nelle farine andate a male che oggi si distruggono e domani vi dovrete ciucciare se non siete ricconi che invece mangiano bene attovagliati nel ristorante di lusso di una conferenza climatica con Gates.

Sono già partiti, si coordinano, usano il solito cliché che converge nel far fuori ciò che credevamo sicuro. Stavolta la questione è far fuori le basi millenarie di una dieta alla portata di un sistema che non dipendeva dai boss di Davos. Ipotizzo: vedremo spesso la dottoressa Viola, così come altri spara-mantra legati ad agenzie di pubbliche relazioni, insistere nel dire che il vino andrà sostituito con sottoprodotti di questo capitalismo impazzito.

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