Le liste di proscrizione di Riotta approdano in Tv

Ogni volta che vedo Gianni Riotta in TV, poiché sono costretto a scrutarlo dentro, provo la vertigine dell’abisso. Oggi, nel vederlo a “Di Martedì”, è stato un nuovo bunjee jumping (ma senza adrenalina, trattandosi di lui). Tuttavia, di Riotta non si butta via niente. Qualche mese fa aveva fatto un listone di proscrizione di quelli che lui considerava i “putiniani d’Italia”. Fra i quali chi vi scrive. Oggi la lista ritorna.
A suo tempo si era beccato le pernacchie meritatissime di mezza Italia, che lo ha pesato per quel che è. Una roba da non uscire di casa per mesi per la vergogna. Ma oggidì, con la sua faccia sempre più Stoltenberg, il Riotta è riapparso ancora, accompagnato dalla sua lista degli esecrandi, dove il nome Cabras sovrastava quello di Cacciari, Foa, Fusaro, Mattei, Petrocelli, Spinelli. Una bella cricca in cui misteriosamente non c’era più il nome di Caracciolo e mancava Bergoglio (quest’ultimo forse per non doverlo mettere in cima per ragioni alfabetiche).
Travaglio lo aveva fulminato riportando quel che Riotta scriveva dei suoi bersagli: «“Li riconoscete a prima vista: tutti hanno la stessa caratteristica”. Quella di pensare con la propria testa, ma soprattutto di averne una.»
Anche lo studio della Columbia University, citato da Riotta e richiamato di nuovo nella grafica, non ci menzionava manco di striscio. Ma la verità, nella tv con l’elmetto, è un dettaglio sacrificabile.

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