Prima di dire “Ops!”

 
Ed ecco che la compagnia di giro dei manipolatori sulla crisi del Venezuela si allunga.
Riassumo le puntate. Aveva iniziato “Il Foglio” mettendomi in bocca parole non dette.
Quell’articolo poi ha fatto da base per la posizione di Lia Quartapelle (PD) e per quella di Ivan Scalfarotto (sempre PD). Molto assertiva Quartapelle, nel definire il mio punto di vista «”prima Maduro” (invece che prima gli italiani)». Una contrapposizione stravagante, visto che proviene da un partito che ha appoggiato convintamente l’ingerenza e l’attiva distruzione di Libia e Siria, due paesi che avevano come primo partner commerciale europeo l’Italia. Altro che “prima gli italiani”. Dove passa il PD, gli italiani non fanno più affari.
L’ultima della serie è la testata online “Lettera43”, che cita una mia frase verbalizzata dalla commissione («la stampa gode di un’ampia libertà di espressione, soprattutto se confrontata con la situazione di altri Paesi latino-americani») e aggiunge: «Falso, a giudicare dal World Press Freedom Index del 2018, che vede il Venezuela 143esimo su 180 Paesi e maglia nera nel continente». Guarda caso, però, il link che mettono mi rivela che il Messico è al 147esimo posto, cioè in una situazione peggiore. E pensa te, io avevo citato proprio il caso del Messico, dove uccidono di media 50 giornalisti all’anno. Che facciamo ora? Diciamo al presidente del Messico che non è più presidente? Un altro golpe, uno più uno meno?
Siamo alle solite: uno sconsiglia di aggravare una crisi istituzionale pericolosa, misura le parole, e lorsignori invece deformano le dichiarazioni per adeguarle a una loro narrazione completamente fuori dalla realtà.
Fanno così: prima si uniscono in una canea mediatica e in dichiarazioni roboanti in cui si presentano come adamantini nemici dei dittatori e guai a chi non è d’accordo con loro.
Poi fanno le guerre.
Infine, dopo gli infiniti lutti causati, dicono: “ops! Ci eravamo sbagliati”. Come fece Obama sulla Libia («Un errore sostenere l’intervento Nato nel 2011», «Non ha funzionato» e «nonostante tutto quello che si è fatto, la Libia ora è nel caos») o come si disse anche in casa PD, per bocca di Renzi: «nel 2011 si è deciso di fare un’operazione in Libia che non aveva senso e che ha prodotto come conseguenza immediata un Paese da cui partono tutti». Che teneri!
Uno con un po’ di sale in zucca imparerebbe dagli errori. Questi no, ora vogliono insegnare a vivere ai venezuelani. Salvo che fra qualche anno diranno di nuovo “ops”.

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