Romania e democrazia tradita: l’analisi di Forciniti sulla sentenza-scandalo

 

Consiglio vivamente la lettura di un articolo di Francesco Forciniti, ripreso anche da Visione (link: https://visionetv.it/romania-e-democrazia-tradita-lanalisi-di-forciniti-sulla-sentenza-scandalo/) sulla vicenda dell’annullamento delle elezioni deciso dalla Corte costituzionale rumena, con una sentenza che non pare venire da Bucarest ma dalla Luna (passando però prima per Washington e per la revisione giuridica di un gregge di stambecchi). L’articolo ha anche un prezioso rimando al testo tradotto di questo incredibile atto che ha colpito al cuore qualsiasi principio di democrazia. E’ una vicenda che segna un allarme gigantesco, tanto più perché il quadro in cui matura la sentenza è accolto con pieno favore e protezione da coloro che a livello europeo stanno producendo una micidiale combinazione di campagne russofobe belliciste e di “soft law” persecutoria nei confronti di chi vuole strutturare movimenti di opinione divergenti. Leggete le incredibili capriole dei giudici romeni e ditemi cosa succederebbe se poi si applicassero i criteri della sentenza a tutte le campagne elettorali di tutto il mondo degli ultimi 80 anni. Non se ne salverebbe una! Vi prego di diffondere l’articolo, anche come atto concreto di solidarietà al popolo rumeno, che qualcuno vorrebbe contagiare con la guerra vicina e trascinare alla catastrofe, con tutti noi.

 

SUL VERGOGNOSO ANNULLAMENTO DELLE ELEZIONI IN ROMANIA. 

di Francesco Forciniti.

Voglio tornare su questa questione perché penso che sia davvero un episodio drammaticamente e dolosamente sottovalutato dal carrozzone mediatico-politico nostrano, e segni il punto di non ritorno verso la militarizzazione forzosa di tutto il continente europeo, oltre che la fine di ogni residua parvenza di democraticità delle sue istituzioni.

La Corte costituzionale romena ha annullato il primo turno delle elezioni presidenziali che si era celebrato due settimane prima, e impedito che si tenesse il ballottaggio solo due giorni dopo. Una decisione ovviamente gravissima e inedita, ancora di più se si pensa che le operazioni elettorali erano ufficialmente iniziate per i cittadini romeni residenti all’estero, che avevano già avuto la possibilità di votare.

In vista del ballottaggio il candidato indipendente Călin Georgescu, arrivato primo al primo turno, era accreditato dai sondaggi di quasi il 70% dei voti, e si avviava quindi a stravincere. Se non fosse che le sue idee sulla necessità di aprire canali diplomatici con la Russia e rifiutare la corsa al riarmo ordinata dalla NATO evidentemente erano inaccettabili per i signori della guerra.

Da operatore e appassionato di diritto sono andato a cercarmi e leggermi la sentenza. Sono sincero: pensavo avrei trovato un atto ben strutturato, da decine e decine di pagine, che motivasse con dovizia di particolari una cosa così grave e inedita come l’annullamento di un’elezione in corso. Ti aspetteresti complesse disquisizioni in punta di diritto, analisi approfondite, un percorso logico-deduttivo solido e ragionato, magari spereresti di cogliere il travaglio, la sofferenza interiore dei giudici, costretti ad arrivare a fare qualcosa di così grave.

E invece non c’è niente di tutto questo: la sentenza è composta da quattro paginette piene di fuffa che sembrano argomentate da un praticante al primo giorno di scuola di magistratura. In particolare, vorrei soffermarmi su tre punti perché vorrei che tutti voi coglieste la gravità di quanto sta accadendo a pochi chilometri da casa nostra.

1) La Corte ammette di avere semplicemente “preso atto” del dossier desecretato dai servizi segreti, che sono a tutti gli effetti un’agenzia governativa, senza avere svolto alcuna valutazione di merito sull’attendibilità delle informazioni divulgate e sulla loro effettiva gravità. Semplicemente la Corte “constata” e non accerta. In sostanza, il massimo organo giudiziario ha dato per buone sulla fiducia le cose che gli aveva detto il governo.

2) La Corte ritiene che il candidato Georgescu – peraltro mai espressamente citato nella sentenza, altra cosa gravissima – abbia beneficiato (quindi non realizzato direttamente) di una “promozione aggressiva” sui social, e che il “materiale elettorale” non recava i segni specifici della comunicazione elettorale. Praticamente stando alla lettera di quanto sostengono i giudici, ogni elezione dei giorni nostri in qualsiasi parte del mondo potrebbe essere annullata invocando un ipotetico abuso di post sui social network. Non occorre che vi spieghi a quali abusi strumentali possa prestarsi un precedente del genere per il futuro. Basta che vinca un candidato non gradito, lo si accusa di avere fatto “promozione aggressiva”, e si annulla la volontà popolare. È sconcertante.

3) La Corte sostiene che gli elettori “possano essere indotti in errore circa l’identità e la qualità del candidato”, praticamente esprimendo un giudizio politico su Georgescu (anche in questo caso senza citarlo) e dando di fatto dei deficienti disinformati e creduloni a tutti i cittadini che solo 48 ore dopo lo avrebbero eletto in massa.

Qui trovate il link alla sentenza tradotta in italiano:

https://www.nomos-leattualitaneldiritto.it/wp-content/uploads/2024/12/Corte-cost.-rumena-Anticipazioni-n.32024.pdf.

Non vi ho mai chiesto di condividere un articolo, ma stavolta vorrei tanto che queste informazioni arrivassero a più persone possibili, perché è importante capire verso quali abissi di autoritarismo guerrafondaio stiamo scivolando senza rendercene conto. Grazie!

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Niente motivazioni, niente nomi, congetture e giudizi politici. Come i giudici hanno colpito la democrazia romena.

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