La Pace con la Giustizia: riconoscere lo Stato di Palestina

Siamo sconcertati per ciò che sta accadendo tra Israele e Palestina. I tizzoni ardenti che covavano sotto la cenere del conflitto arabo-israeliano hanno ridivampato le fiamme di un conflitto mai spento.
Ma ci sconcerta anche il livello della disinformazione In Italia. Nel nostro Paese, infatti, si ignora che in questa lunga e infinita guerra c’è un Davide e c’è un Golia. Da una parte vi è un popolo senza uno Stato, senza un esercito, senza un porto o un aeroporto, senza rifugi per i civili e senza alcuna autonomia di acqua o elettricità, senza alcuna via d’uscita. Dall’altra vi è uno Stato, dotato di armi nucleari, con un esercito, una marina, un’aeronautica e con le armi più sofisticate al mondo, e che anche in virtù di tutto questo si può permettere di violare le risoluzioni delle Nazioni unite, specie quelle che gli imporrebbero di rispettare i confini del 1967.
Tolte alcune rare eccezioni, la nostra “libera” informazione trasmette a reti e partiti unificati l’unica versione possibile, quella dalle élite di potere e di governo: “è tutta colpa dei palestinesi”. Il mantra del “Partito unico dei migliori” che, quando il conflitto non fa clamore, decide di ignorare le ingiustizie e le violazioni dei più elementari diritti umani; quando le armi intervengono si prodiga in parole e sentimenti di solidarietà verso il più forte.
Cosa fa il governo? Niente. Noi de L’Alternativa c’è chiediamo che l’Italia vada oltre le solite tiepide e standardizzate dichiarazioni di circostanza e che riconosca il sacrosanto diritto dei palestinesi ad avere un proprio Stato, nei confini del 1967 stabiliti dalle Nazioni unite e non nei bantustan in cui alcuni estremisti vorrebbero confinare tutti i palestinesi.
Questo significa che il nuovo Stato non deve essere una terra residuale ritagliata scientificamente in ossequio agli interessi delle correnti più oltranziste della potenza dominante, dove tutta l’acqua è sottratta ai palestinesi, ampie aree vengono annesse con confini appositamente disegnati per rendere discontinua e impossibile la connessione interna delle comunità, all’interno di una cornice giuridica che limita gravemente la sovranità e lascia tutto in mano alle forze armate di Netanyahu e sodali.
I nuovi “fatti compiuti” piacciono a Enrico Letta, ma la Repubblica italiana ha sempre avuto un’altra idea rispetto alle mediazioni e soluzioni politiche possibili in Terra Santa, conquistando per decenni il rispetto di Paesi essenziali per i suoi rapporti nel Mediterraneo allargato. È perciò nostro interesse non dare alcun futuro ai sogni violenti di nessun oltranzista.
 
 

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