Moderati e liberali? L’Alternativa c’è

di Pino Cabras.
 
1994-2021, UN CERCHIO CHE SI CHIUDE?
L’intervista a Luigi Di Maio oggi su ‘la Repubblica’, quella dove dice che il M5S è ormai «una forza moderata, liberale» mi colpisce per la disinvoltura con cui usa gli stessi aggettivi che Berlusconi quasi trent’anni fa adoperava per la sua nuova creatura politica. Solo che Berlusconi i voti doveva ancora cercarseli, chiedendoli proprio sulla base di quella identità. Di Maio invece i voti li ha già incamerati, dopo averli chiesti su un programma opposto per ben due elezioni politiche generali, nel 2013 e nel 2018.
 
GRILLO E LA MODERAZIONE
Era ad esempio del 17 settembre 2013 un post del blog di Grillo intitolato «Moderati si muore #maipiùmoderato». Molto interessante la conclusione di Beppe quando stava ancora dalle guerriere parti di Marte: «Essere moderati, parlare forbito, non alzare i toni, non dire nulla di sconveniente mentre ti svaligiano la casa, ti tolgono la sovranità nazionale, ti rubano il futuro. Questo vogliono. Moderazione, silenzio, educazione. Prendete esempio dalla compostezza di un Napolitano, dalla serietà di Capitan Findus Letta, dalla controllata sicumera di D’Alema, dai leader dei moderati Monti e Casini. Non siate sgarbati, non dite parolacce, non turbate l’ordine costituito. Questi sventolano un drappo rosso verso i cittadini. Moderati si muore. Noi supereremo i limiti. Usciremo dalla gabbia. Saremo maleducati, civilmente maleducati. E, con la massima cortesia, li manderemo a fanculo.»
 
LA LINEA MODERATA
Il Di Maio di oggi cosa dice? Mentre sta ancora seduto sopra quella pila di parlamentari che mai sarebbero stati così tanti se non grazie a un programma né moderato né veteroliberale, il leader-from-behind del Movimento 5 Stelle dichiara che già da tempo ha segnato la strada: la «linea moderata». Una linea politica imbevuta di un atlantismo docile, da vassalli addomesticati, pronti ai fantomatici «Stati Uniti d’Europa», come l’ultraliberista Bonino o un qualsiasi PD. La chiama evoluzione. E liquida la posizione che pure lo ha portato lì come roba da «nostalgici dell’Italexit». Un bel modo di far dimenticare i suoi post per il referendum sull’Euro (impraticabile ma allusivo) e per delegittimare chi invece non ha assecondato quella scorciatoia ma manteneva e mantiene un giudizio critico sull’Europeismo Reale. Come noi che non ci beviamo la favola dell’«austerità espansiva» dei consulenti di Mario Draghi.
 
STATI UNITI D’EUROPA? UNA FUGA IN AVANTI
Vecchia fuga in avanti, quella degli Stati Uniti d’Europa. È il coniglio dal cilindro di politici che non fanno un solo cenno di autocritica per l’eurocrazia che impone le regole di un’austerity feroce, senza un’analisi dei disastri di questi anni e delle loro cause, senza un ripensamento onesto della questione europea in relazione alla vita reale dei popoli europei.
Di Maio, esci da questa narrazione! Gli Stati Uniti d’Europa sembrano un espediente da avanspettacolo anni ’30, quando il comico stracotto si beccava troppi fischi, e l’impresario chiamava in fretta e furia la soubrettina avvolta nuda nel tricolore che cantava «Adua è liberata», e tornavano gli applausi. Da anni i maggiordomi illustrano questa fantastica entità del futuro come se non esistesse la ben più prosaica Europa Reale. Perché unirsi a questo triste coro?
Vogliono dare per scontato che sia cosa naturalissima il ricomprendere sotto un unico ordinamento giuridico sovraordinato il Portogallo e l’Estonia, la Sardegna e la Pomerania, classi dirigenti che celebrano la sconfitta del nazismo e governi che la piangono come una tragedia. Rimuovono l’enorme problema geopolitico generato dall’allargamento a Est della UE e della NATO, non hanno nulla da dire sulle guerre che le istituzioni europee reali hanno causato alleandosi al jihadismo in Medio Oriente e in Nord Africa. Neanche un barlume di autocritica sulla russofobia che inquina il discorso pubblico dominante e mette in pericolo la sicurezza collettiva del continente e del mondo intero.
Non dicono nulla sul grado di subordinazione dei capiservitù europei agli Stati Uniti già esistenti, quelli d’America, in termini di forze armate, intelligence, regole commerciali e finanziarie tutte a nostro sfavore. O per i guai incontrati in Libia da dieci anni in qua dobbiamo dire che va tutto bene?
Esaltano l’Euro come una fantastica conquista e usano semplificazioni puerili per rimuovere le critiche, che nel caso dell’italia sono sufficientemente giustificate anche dalla pluridecennale stagnazione economica.
Tentano una cinica distrazione dei popoli europei dai loro problemi fantasticando una destinazione lontana, vaga e irraggiungibile, perché non sanno risolvere i problemi immediati che essi stessi hanno creato.
L’Europa andrà ripensata senza fughe in avanti e raccontandoci molte verità sui limiti dell’Europeismo Reale, molto diverso dall’europeismo vagheggiato.
 
SPAZI DI AUTONOMIA
Nessuno nega l’ombrello istituzionale dei trattati che ci legano alla Nato, ma c’è spazio per un ruolo del nostro Paese che non implichi mero vassallaggio nella logica dei blocchi militari. È un interesse della nostra Repubblica prevedere più multilateralismo, più indipendenza e autonomia per l’Italia e l’Europa. Il tema non è più un tabù neanche fra i principali capi di governo europei, che hanno teso a rimarcare uno spazio di autonomia e di critica alla Nato. Non dimentichiamo che in piena Guerra Fredda l’Italia fu capace di uno straordinario protagonismo mediterraneo molto efficace nel ridisegnare la Sponda Sud del Mare Nostrum. Enrico Mattei e Aldo Moro non si limitavano a fare post ispirati. E non solo perché non c’era ancora Facebook.
 
LO STRAPPO
Insomma, oggi Di Maio ha voluto dare il sigillo allo strappo già consumato in quattrocento giorni dal segnaposto Crimi, che ha preparato il terreno per l’assunzione del M5S nell’eterna palude del moderatismo. L’ennesimo partito fedele ai desideri del sistema di potere dominante, ai padroni del vapore e al vincolo esterno europeo in base alla versione italiota, che prevede subalternità. Non ci stancheremo di dirlo: l’Alternativa c’è!
 

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