Sicuri sicuri?

Essendo tutti noi impigliati in un sistema, può accadere che le posizioni di un ministro polacco abbiano un effetto diretto sulla nostra sicurezza. Anche se non vogliamo, esse incidono sulle probabilità di subire gli effetti di una guerra, per dirne una. Dunque, quelle posizioni non sono affare interno solo dei polacchi, ma affare nostro.
Il ministro degli esteri della Polonia, Radosław Tomasz Sikorski, ha fatto proprio in questi giorni una di quelle proposte che mi fanno immediatamente pensare al tetto della mia casa o al futuro dei figli, qui da noi. Sikorski ha infatti proposto di fornire alla classe dirigente ucraina dei bei missili a lungo raggio per colpire la Russia in profondità.
Probabilmente lui conta sul fatto che Zelensky, pur chiedendo a chiunque armi, dice che chi le manovra sarà solo gente di Kiev. Dunque per Sikorski funziona così: una potenza nucleare, vedendosi colpita in profondità da missili a lungo raggio fabbricati in paesi NATO e il cui uso è sollecitato da paesi NATO, dovrebbe accontentarsi di vedere solo l’ultimo dito ucraino che preme il pulsante, senza vedere chi lo arma e lo incita. Così siamo tutti al sicuro.
Il concetto di sicurezza europea è stato da tempo sequestrato dai più oltranzisti del mondo anglosassone e del mondo baltico e alla fine digerito passivamente dai vassalli della classe dirigente della Vecchia Europa, pronti a innalzare Mario Draghi al vertice della nuova Unione Europea belligerante, un Draghistan in grande dove la tua sicurezza fisica ed economica saranno rimesse a un nazionalista polacco.
Se vogliamo la pace dobbiamo preparare la pace: questo significa far soffiare in mezza Europa un vento in grado di travolgere la follia guerrafondaia di Sikorski e complici.

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