Tele Netanyahu

Rispetto al conflitto israelo-palestinese la sfera politica e mediatica italiana dà risalto a un solo punto di vista: quello di Benjamin Netanyahu. La cronaca, i servizi, le dichiarazioni sui fatti di oggi ripudiano ogni contesto storico, qualsiasi bilanciamento, qualsiasi analisi sulle cause che determinano oppressione e resistenza, ingiustizia e lutti. A reti unificate, con la benedizione di Letta e il cedimento vassallo e gregario dei normalizzatori, va in onda il rovesciamento di una tradizione italiana che un tempo capiva le ragioni dei palestinesi perché capiva la complessità del Mediterraneo.
Andreotti almeno comprendeva il punto di vista di chi fosse «nato in un campo di concentramento e non avesse da cinquant’anni nessuna prospettiva da dare ai figli», e coniava diplomaticamente la parola “equivicinanza”.
Gli Andreotti di oggi scelgono invece di solidarizzare con il colono che ruba le case a chi ci sta da generazioni. La TV apparecchia soltanto le voci che gli danno ragione e si guarda bene da invitare noi e chi potrebbe riferire un’altra storia, cioè portare verità nel racconto.
L’Alternativa c’è!

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