Uno spettro si aggira per la Sardegna: è quello dei 130 sindaci che avrebbero firmato il documento con il quale chiederebbero (il condizionale a questo punto è d’obbligo) al sindaco di Cagliari Massimo Zedda di candidarsi alle prossime elezioni regionali. A cinque giorni dalla notizia, che fine hanno fatto i 130? Dove sono le firme? Chi sostiene la discesa in campo di Zedda? Dopo i titoli di giornale tutto tace e viene fuori la realtà: il centrosinistra in Sardegna si affida a questi trucchetti mediatici per provare a restare a galla.
La verità è che la Giunta Pigliaru lascia una eredità che nessuno vuole raccogliere. Nessuno vuole metterci la faccia e, a quanto pare, neanche una firma. Sui giornali si evocano l’Anci e il Consiglio delle Autonomie Locali come se fossero istituzioni di proprietà del Pd pronte a sostenere il sedicente campione del centrosinistra sardo: dovrebbero invece restare fuori dalla contesa elettorale, ma in realtà neanche questo uso strumentale delle istituzioni serve a salvare il salvabile.
Quanto al sindaco Zedda, evidentemente in preda a tormenti degni di Amleto, suggeriamo un’onesta via d’uscita: se non ha più voglia di fare il sindaco di Cagliari, può sempre candidarsi alle suppletive per il seggio alla Camera. Non avrebbe bisogno di fantomatiche firme raccolte in giro per la Sardegna per farlo. Se è convinto di avere fatto bene in questi anni, perché non si sottopone al giudizio diretto dei suoi elettori? Il Movimento 5 Stelle è pronto a sfidarlo in qualunque contesto. Senza paura.