Israele dichiara il blocco totale di Gaza


Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant dichiara di aver ordinato “un assedio completo alla Striscia di Gaza. Non ci sarà elettricità, né cibo, né carburante, tutto chiuso. Stiamo combattendo animali umani e agiamo di conseguenza”.
La disumanizzazione di una popolazione di 2,2 milioni di persone è “la premessa maggiore del sillogismo”, per dirla con il sempre attuale monito di Primo Levi nella prefazione a “Se questo è un uomo”. Se parli di “animali parlanti”, come fa Gallant, al termine della catena del sillogismo sta il Lager: “esso è il prodotto di una concezione del mondo portata alle sue conseguenze con rigorosa coerenza: finché la concezione sussiste, le conseguenze ci minacciano. La storia dei campi di distruzione dovrebbe venire intesa da tutti come un sinistro segnale di pericolo”.
La questione Gaza non è nata con l’evasione di un gruppo di suoi guerriglieri che avrebbero iniziato da zero una guerra. Il contatore della storia non è iniziato il 7 ottobre 2023. Gaza da decenni è una prigione a cielo aperto, tenuta in tale condizione perché la potenza che vi esercita la reale sovranità ritiene che sia abitata da sottouomini. Il dogma di partenza determina le tragiche conseguenze che segnano il nostro tempo.

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