La crisi sistemica e la fine del Draghistan

—– IL SALUTO AI LAVORI DI ANCORA ITALIA —–
 
Sono intervenuto a Napoli sabato 16 luglio al congresso nazionale di Ancora Italia per portare i saluti di Alternativa.
Nel mio discorso davanti a una platea di migliaia di convenuti ho parlato della crisi sistemica che ci impone un pensiero e un impegno rivoluzionario. C’è stato anche il tempo per rispondere nel merito a un paio di contestatori che hanno interrotto il mio intervento.
 

 
La crisi di governo italiana è solo il sintomo di una crisi più vasta, che sta travolgendo le classi dominanti di tutto l’Occidente: le loro trappole ora possono scattare, in modo drammatico, per centinaia di milioni di persone. Non è sparito neppure lo spettro del lasciapassare verde, dei ricatti e degli attacchi al lavoro e alle libertà fondamentali. Siamo di fronte a un baratro di politiche anti-umane, tenute in piedi artificiosamente a dispetto della scienza e di qualsiasi ragionevolezza. Più in generale, si va verso la guerra: e il disaccoppiamento tra l’Europa occidentale e l’Asia ha conseguenze gigantesche sull’economia, in quella che è una de-globalizzazione traumatica. Attenzione: Siamo a un passo da sfide radicali, inedite, che saranno consumate adesso, nel giro di pochi mesi: e le classi dirigenti lo sanno, per questo temono qualsiasi reazione popolare e si stanno adoperando per sviare la nostra domanda di rivoluzione. Tramontato il sogno europeista, facciamo i conti con l’Europeismo Reale, fatto anch’esso di istituzioni disumane: a cosa serve vincere le elezioni, se poi a decidere tutto è sempre il “vincolo esterno” di lorsignori, pronti a dirci che “ce lo chiede l’Europa” o “ce lo chiede la Nato”. È una gabbia da rompere, con istituzioni sovranazionali tutte da rimettere in discussione in modo radicale, con un confronto che deve partire da subito.
La crisi economica è già in atto da anni, e può innescare cambiamenti brutali per milioni di persone, imposti con un’accelerazione mai sperimentata, dalle ultime generazioni. Quindi: va benissimo confidare nell’ottimismo della volontà, ma stiamo per fronteggiare una crisi dalle proporzioni mai viste, su cui le classi dominanti – impaurite – non faranno nessuno sconto. C’è un ritardo cognitivo, culturale, politico, da parte chi si oppone al dominio: siamo “la prima generazione che non può permettersi di sbagliare”, di fronte alle sfide che ormai investono l’intera specie umana. E quindi è il momento di capire chi può davvero contrastare i disegni anti-umani che vogliono dare una svolta terribile a questa immane crisi sistemica.
 
DRAGHI, L’ASTEROIDE E IL NUOVO ECOSISTEMA POLITICO
C’è un nuovo “ecosistema” di forze politiche che sono sorte nelle piazze e ora possono rappresentare la maggioranza degli italiani, per esempio sul tema della guerra: gli italiani non la vogliono, e questo dobbiamo farlo valere, entrando in sintonia piena con il popolo che chiede a gran voce la pace. Poi c’è una parte significativa del popolo che non accetta più le vessazioni, avendo acquisito totale consapevolezza della situazione. Come agire, dunque?
Questo nuovo “ecosistema” di persone deve sostituire l’altro: sta per cadere l’enorme asteroide della crisi, moriranno i dinosauri (e i draghi) e ci saranno nuovi animali, mammiferi che sostituiranno la vecchia fauna. Priorità assoluta: unire le forze. In breve tempo dovremo fare quelle scelte difficili che non abbiamo fatto negli ultimi decenni. Possiamo cercare la collaborazione di diverse sigle, tante personalità, organizzazioni, partiti, riviste, reti associative, formazioni sociali, rappresentanti della società civile, corpi intermedi, associazioni di categoria del mondo del lavoro, dell’impresa, dei consumatori e del terzo settore.
In questi anni il popolo italiano è stato molto paziente, ma ha subito esperimenti mai visti nella storia. Senza un’alleanza trasversale, dal basso, si rischia la catastrofe, a causa di chi ha voluto distruggere la vita democratica dell’Italia.
Buona visione.

 

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