L’incarico dei ministri e la Costituzione gestita da Mattarella

Costantino Mortati, grande costituzionalista nonché deputato dell’Assemblea Costituente, nell’edizione del 1975 del suo manuale “Istituzioni di diritto pubblico”, pag. 568, scrive che «la proposta dei ministri (del Presidente del Consiglio incaricato) deve ritenersi strettamente vincolante pel capo dello Stato».
E’ lo stesso concetto espresso nella pagina web ufficiale del governo (http://www.governo.it/il…/la-formazione-del-governo/186).
E anche Einaudi, dalla cui cesta Sergio Mattarella ha voluto prendere solo le ciliegine che piacevano a lui, era molto chiaro nel concepire prioritario il rapporto fiduciario dei ministri con il capo del governo rispetto alla volontà del presidente della Repubblica che controfirmava le nomine.
Potremmo aggiungere analoghe conclusioni espresse da decine di altri eminenti costituzionalisti.
Eppure Mattarella ha un piano diverso.
Ha istantaneamente esibito un cronoprogramma in più tappe:
1) indebite interferenze per impedire di formare un governo che sia espressione di una maggioranza parlamentare;
2) imminente scelta di un presidente del consiglio non passato per elezioni ma reduce da una campagna per applicare un programma opposto a quello della maggioranza parlamentare formatasi.
3) Gestire una situazione in cui crea uno stato d’eccezione (lo spread) per schiacciare ogni contropotere.
Le prossime tappe devono preoccupare chiunque abbia a cuore la democrazia.

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