NATO, ma a 75 anni non è forse tempo di andare in pensione?

Guardo i festeggiamenti per il 75° compleanno della NATO e questi pazzi vogliono farla lavorare ancora, alla sua età, anziché collocarla in pensione e farle finalmente godere una vacanza tropicale come si deve nella sua amata Guantánamo, dove vedrei bene anche i suoi dirigenti.

Eppure non mancano i segnali delle sue défaillances: da 25 anni in qua, forse per negare a se stessa il proprio inevitabile declino, la NATO è stata presa da un folle stakanovismo in nome di una maggiore sicurezza, tradottosi nondimeno in una drammatica perdita secca di sicurezza per tutti, in nuovi incendi fuori controllo, in disastri finanziari, Jugoslavia, Afghanistan, Libia, sanzioni boomerang, Ucraina. E ora vuole persino inceppare il prossimo presidente USA con un vincolo esterno che – qualunque sia la sua volontà – lo obblighi a sganciare per molti anni a venire una marea di miliardi alla bellissima classe dirigente ipernazionalista di Kiev.

La regola della Splendida Settantacinquenne è che è vietato parlare dei disastri e degli errori. La realtà va semplicemente abolita, e chi non ci sta è un putiniano.

Fra le dichiarazioni più commoventi per il genetliaco dell’Anziana Guerrafondaia, ho sentito quella di colui che nel 1999 era Vicepresidente del Consiglio e Ministro della Difesa. Dice: “l’aggressività è rimasta sempre estranea alla NATO”. Ha detto proprio così, rileggete! Ora finalmente capisco perché trasformò l’Italia in una portaerei per bombardare la Jugoslavia: era per rendere “estranea” l’aggressività, una specie di secrezione di uranio impoverito verso i serbi che intanto depurava la NATO e la preservava dalle colpe. Cose che un giorno possono portarti al Quirinale per partecipare al prossimo obiettivo: dopo l’uranio impoverito, le classi medie impoverite.

Molto significativo guardare bene la foto di gruppo dei ministri degli esteri dei paesi NATO per vedervi David Cameron: oggi è al Foreign Office e nel 2011 era primo ministro del Regno Unito, quando guidò l’aggressione alla Libia e causò la creazione di un buco nero geopolitico che menomò catastroficamente lo status, la sicurezza energetica, politica e militare dell’Italia e di altri paesi. Anche lui, anziché stare meritatamente al sole di Guantánamo per meditare su quanto un individuo stupido con inclinazioni criminali possa far enormi danni quando ha molto potere, è accolto invece nell’operoso cantiere della Vecchia per progettare nuove guerre mondiali e sfruculiare potenze nucleari.

La Meloni ci offrirà la sua giacca come rifugio antiatomico, Di Maio proteggerà la nostra sicurezza energetica in Medio Oriente, Calenda continuerà a essere Calenda. Cosa potrà mai andar male, finché la NATO lavora?

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