Da Don Milani a Donna Meloni

—- Condivido in toto queste osservazioni del sociologo Marco Pitzalis rispetto al grande fumo prodotto dai media e dal ceto politico fra i casermoni di Caivano. —-

— «Cosa è emerso dalle reazioni che abbiamo potuto vedere sui social?
Un diffuso e ben incorporato cripto-fascismo.
Abbiamo osservato la reazione rabbiosa di ridicoli perbenisti, conformisti, piccoloborghesi tutti compresi nel proprio socio-centrismo.
Tutta l’indignazione prodotta dall’agenda mediatica estiva sulla violenza sessuale ha prodotto un discorso repressivo sul “degrado”, con una caccia all’uomo collettiva, moralistica e repressiva. Disprezzo per i quartieri popolari. E non poteva produrre altro.
Non poteva produrre altro perché era diretta a suscitare non crescita culturale, ma indignazione imbestialita, reazione di pancia, richiesta di castrazione di massa, di punizioni esemplari.
Dunque la violenza dello stato patriarcale qui non la vede nessuno?
E il paternalismo non lo colgono?
Non vedo indignazione nelle bacheche dei liberal.
Non possono. Perché i concetti che utilizzano (patriarcato ecc. ecc.) sono appiccicati a sputo ed esprimono in fin dei conti una incapacità di analisi della realtà e il disprezzo delle classi popolari.
È questa la parabola della sinistra liberal: da Milani a Meloni.» 

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